giovedì 26 aprile 2012

Capitolo 22


Capitolo 22 – Isabella




La mia vita sembrava essere un traballante castello di carte, ogni volta che cercavo di renderla più solida c’era una parte che cedeva e nonostante i miei profondi sforzi, la cosa sembrava non avere mai fine.
Era stato così sempre, in ogni circostanza della mia esistenza e probabilmente questa cosa sarebbe durata in eterno.
Mia madre, quando ero bambina, diceva sempre che il mio problema era il non avere fiducia in me stessa e nelle persone che mi amavano… e almeno in questo aveva avuto ragione.
Nel momento in cui avevo voluto fidarmi del mio giudizio, avevo compiuto il mio più grande errore e, credendo invece di far bene, avevo perso l’unica persona che mi avesse mai amato veramente.
Mia madre.
Lei ed io avevamo sofferto momenti difficili, dopo che il mio vero padre era morto all’improvviso lasciandola coperta di debiti, ma la sua forza e la sua tenacia avevano permesso ad entrambe di continuare a condurre una vita dignitosa.
Era stata di esempio per me, anche se la notte, di tanto in tanto, la sentivo piangere in silenzio nel letto accanto al mio.
All’età di dieci anni assistetti alla sua rinascita.
Avvenne per caso, anche se a volte il caso sembra essere guidato da qualcuno più in alto.
In occasione di un barbecue in casa di amici, conobbe il mio patrigno e all’improvviso ricominciò a sorridere.
Gli anni difficili sembravano ormai dimenticati e dopo il loro matrimonio, celebrato in una piccola e romantica chiesetta a picco sul mare, circondati da pochi amici,  tutto sembrò scorrere serenamente… fino a quel giorno… nel quale stravolsi le vite di tutti.
Quel momento era marchiato a fuoco nella mia memoria e il dolore della ferita non aveva mai smesso di darmi il tormento, fino a che avevo incontrato Edward.
Abbracciando il suo cane, su quel prato innaffiato di sogni, avevo gettato al vento il mio angoscioso passato, facendo posto alle attenzioni di un uomo  che mi aveva da subito conquistata.
Tutto il lungo periodo vissuto con lui prima dell’incidente era stato il più bello e spensierato di tutta la mia vita.
L’amore che ci legava, era il mio solo scudo contro i rimorsi e le pene che ancora di notte , di tanto in tanto, tornavano  a farmi rivivere il mio passato.
Lui era l’unico di cui mi fossi fidata …da sempre.
L’unico al quale avessi permesso di conoscermi veramente.
L’unico che mi avesse accettata per quella che ero…senza giudicarmi.
Di quei lontani giorni felici con la mia famiglia, conservavo soltanto una foto sbiadita in cui mia madre Rene sorrideva radiosa all’obbiettivo, stringendomi forte davanti a sé, mentre i fiori di campo, che crescevano nei prati attorno alla nostra casa, ondeggiavano al vento di una primavera che sarebbe stata per lei l’ultima.
Ai margini della foto c’era Phil, l’uomo che le avrebbe distrutto l’esistenza, che invece di partecipare al quadretto di famiglia , fumava la sua sigaretta guardando altrove.
A volte mi perdevo a guardarla, stringendola tra le mani, perdendomi nei dettagli …cercando di ricordare il calore di quelle braccia strette intorno a me e il profumo di quei fiori che non avevo mai più rivisto così belli.
E venivo travolta dalla nostalgia.
Mia madre e Phil si erano amati tanto, di questo ero certa e una volta divenuta adulta mi ero chiesta cosa lo avesse spinto a cercare le braccia di un’altra donna, ma nonostante mi fossi sforzata di trovare delle ragioni plausibili, non avrei comunque mai conosciuto la verità.
Ma chi ero io per giudicarlo, dopo il modo in cui io stessa mi stavo comportando.
Ancora mi chiedevo cosa sarebbe accaduto se avessi scelto di tacere.
Non  avrei saputo mai nemmeno questo.
Forse avrei avuto ancora una madre.
Forse non avrei perduto me stessa.
Forse tutta la mia vita sarebbe stata diversa.
Da quel giorno in poi…non mi intromisi più nella vita degli altri.
Con Phil avevo azzerato ogni contatto.
Con quell’uomo, che per un breve periodo avevo considerato un padre, non intendevo avere più nulla a che fare.
Il mio passato di ragazzina ora viveva solo nei miei ricordi e lì intendevo farlo rimanere.
- A cosa stai pensando? –
La voce al mio fianco mi riscosse dai pensieri lontani, riportandomi ad un presente ancora incerto, ma colmo di aspettative.
Edward ed io eravamo stesi sul grande letto della camera matrimoniale, rimasta chiusa per mesi.
 La stanza veniva pulita e riordinata regolarmente e quel profumo di fresie e lavanda, che aleggiava nell’aria, sembrava spruzzato di fresco.
Il bianco e il pesca che vestivano le pareti, donavano all’ambiente una freschezza leggera e l’ampia finestra, accarezzava un paesaggio mozzafiato che, come un catalogo di design, si inerpicava verso le colline tra le case vittoriane, liberty, mission revival e art decò del lussuoso quartiere di Pacific Heights.
L’intera stanza era fonte di luce.
Riflettevano, lungo le pareti dai colori caldi, gli ultimi raggi di un Sole che sembrava osservarci incuriosito da dietro i vetri spessi.
Mi sistemai i capelli sul cuscino e mi rivolsi ad Edward.
- Lasciavo vagare la mente. Tu come ti senti adesso? –
Volevo rimanergli vicina e al tempo stesso desideravo che si stendesse per riposare un po’.
Il suo volto era stanco e il suo fisico provato.
Dovevo imparare, un po’ per volta,a prendermi cura di lui .
Quando avevo proposto di stenderci nella vecchia camera che ci aveva visti sposi felici mi era parso titubante, ma rassicurandolo aveva ceduto e si era lasciato accompagnare.
- Meglio, molto meglio. Forse dormire sul divano non è stata una grande idea, ma a dirti il vero non vi avrei rinunciato per niente al mondo. Ne avevo bisogno. Avevo bisogno di noi. –
L’uno accanto all’altro ci guardavamo senza riuscire a distogliere gli occhi. Mi appariva strano essere di nuovo insieme in quella stanza, ma mi costrinsi a pensare che non poteva che essere di buon presagio.
- Dovrai insegnarmi molte cose, lo sai vero? –
- Dovrai soltanto starmi vicina. E’ la sola cosa di cui abbia veramente  bisogno adesso. –
 Sorrise dolcemente baciandomi l’angolo delle labbra.
Adoravo quando lo faceva.
Quella sensazione di calore rimaneva impressa sulla pelle e mi confortava. Chiusi gli occhi per assaporare il momento.
Niente al mondo era paragonabile al tocco delle labbra di Edward…delle sue mani, della sua pelle e la lunga lontananza non aveva fatto che sottolinearmi quanto ne avessi bisogno per sentirmi così come mi sentivo ora.
Mi emozionai...lasciando che quella sensazione mi avvolgesse.
Rotolai sul fianco allontanandomi di poco da lui.
Quella stanza intatta, quel profumo così intimo e il respiro regolare di Edward al mio fianco, mi riportarono a ricordi felici e spontaneamente, senza neppure rendermene conto sorrisi.
Rimasi ad osservare quell’ambiente familiare, mentre lo sguardo di Edward non mi abbandonava per un solo attimo.
- Mi piace guardarti…ti ho sempre trovata molto affascinante. –
- Lo credi veramente?-
- Certo…Sei bellissima. –
- Ora esageri. –
- Si, forse un po’. – Mi voltai sorpresa. Lui rise vedendo la mia faccia.
- Non sei cambiato eh? Continui a prendermi in giro. –
- E tu ci caschi sempre… oh Isabella…-
Gli occhi si accesero di una luce nuova.
Il sorriso pian piano si spense.
Lento…come il sole che, stanco di noi, scivolava oltre l’orizzonte, cedendo alle ombre l’ampio spazio della camera.
L’atmosfera velata cambiò l’aspetto della stanza e la fioca luce del tramonto, arrampicandosi ai bordi della finestra, delineava i nostri profili sulla parete accanto a noi.
Mi voltai a osservare  quel gioco strano che impedisce a chiunque di vedere il profilo della propria ombra, chiedendomi se sarei mai riuscita a riconoscermi in quello che di me riuscivo a vedere.
Edward si era sistemato nella mia stessa posizione ed insieme guardavamo il soffitto e quello strano lampadario di carta di riso che sembrava ondeggiare ad ogni sospiro.
Rimanemmo in silenzio, finchè il buio, in pochi minuti, si impadronì  di ogni cosa intorno a noi.
Edward accennò un movimento.
Le sue dita scivolarono sulle mie.
Cercandole… stringendole dolcemente.
Quella lacrima, sempre in bilico all’angolo dei miei occhi, cedette all’emozione e senza fare rumore si lasciò cadere fino a morire.
Lui non si accorse di nulla.
Le sue dita giocavano con le mie, seguendo un disegno e un codice che conoscevamo soltanto noi.
Trattenevo il fiato aspettandomi, da un momento all’altro, di vederlo rotolare sopra di me, ma sapevo che non sarebbe potuto accadere…almeno non adesso.
Trascorse del tempo al quale non sapevo dare misura…e mentre con un lungo sospiro incameravo aria nei polmoni…qualcosa avvenne.
- Isabella. – La sofferenza, nel pronunciare il mio nome.
- Si? – Il mio un sussurro appena udibile.
- Ho… bisogno di sentire la tua pelle. –

Preghiera e Paura in un’unica veste, strette insieme ad attendere la risposta.

- Oh! – Fu tutto ciò che riuscii a dire.

Preghiera e Paura si guardarono stupite,  chiedendosi cosa quel suono significasse.

Non capivo cosa Edward intendesse e non volevo compiere gesti dei quali poi mi sarei potuta pentire.
La mia mente però ormai cavalcava scenari di noi due avvinghiati uno all’altro, fino a diventare una cosa sola.
Non mi mossi.
Aspettai.
Edward si sollevò,  mettendosi seduto.
Attirò la mia mano verso di sé,  invitandomi a fare altrettanto.
- Vieni qui, siediti davanti a me. –
I suoi occhi sembrarono illuminarsi, come se le stelle avessero deciso di abitarvi dentro.
Sembrava aver preso una decisione a lungo sofferta, ma non m’illusi.
- Ho voglia di sentirti. Di sentire me stesso. Ho voglia di te Isabella. –
Mi sollevai obbediente sulle ginocchia, non riuscendo a credere alle sue parole.
Non aveva senso…dopo quello che mi aveva detto la sera prima.
Nonostante mi sforzassi di restare calma, l’illusione che avesse cambiato idea prendeva forma nella mia mente…eccitando i miei sensi.
Mi afferrò i fianchi, invitandomi a pormi di fronte a lui.
Sollevai una gamba e in attimo ebbi il suo volto stretto al petto.
Accarezzai i capelli di miele,  sentendo crescere il calore del suo fiato sul mio seno.
Era una sensazione bellissima.
La prima vera gioia dopo tanto tempo.
Il cuore rispondeva al richiamo accelerando la sua corsa, mentre le sue dita sfioravano i bordi della mia canotta.
Quando toccò la mia pelle fui scossa da un brivido che eccitandomi increspò il mio seno rendendo visibile il mio tormento.
Edward se ne accorse e sollevò lo sguardo per incrociare il mio.
Trattenni il fiato.
Dio… come lo desideravo.
Le sue grandi mani instancabili, sembravano coprire ogni curva del mio corpo in una carezza senza pause, che mi mandò in estasi.
Leggere…delicate, piene d’amore.
Dolcemente ruotò l’indice sfiorandomi l’evidente eccitazione che sporgeva sotto la sottile stoffa.
Gemetti…ma non cedetti al desiderio di toccarlo a mia volta.
Sapevo quanto gli costasse mettersi alla prova.
Ma Edward sapeva anche quanto costasse a me non riprendermi ogni cosa di lui…e tutto in una volta.
Erano lontani i giorni in cui potevo essere quell’Isabella disinibita che aveva conosciuto un tempo, ma qualcosa stava cambiando.
Saremmo potuti essere ancora quelli che eravamo …o forse anche qualcosa di migliore…di rinnovato.
Le mani ai fianchi mi guidò sopra di lui e appoggiandomi al suo bacino sentii che anche lui reagiva.
Non era l’uomo finito che credeva di essere, il suo corpo era vivo e io potevo sentirlo sotto quella sottile stoffa che ci separava.
Forse non con la potenza di un tempo, ma se la mia vicinanza ancora sortiva quell’effetto al primo contatto…cosa sarebbe potuto succedere col tempo?
Cominciai spontaneamente a muovermi su di lui, ma Edward si ritrasse..
- Non farlo…Ti prego! ..No… –
Abbassò la testa..l’aria sconfitta.
Non era pronto.
Scivolai sedendomi tra le sue gambe aperte, rimanendo ferma e decisa a non lasciarlo rinunciare.
Intrecciati l’uno all’altra, il suo sguardo non aveva scampo.
Era costretto a guardarmi…ad ascoltarmi.
Sollevai quello splendido viso, raccogliendolo dolcemente lo accarezzai, finchè decise di guardarmi di nuovo.
Era addolorato.
Anche nella penombra lo potevo percepire.
Come se avesse fallito, deludendo le mie aspettative.
Questo era il suo timore più grande…lo comprendevo.
Gli sorrisi con tutta la dolcezza di cui fui capace.
Le lunghe ciglia si abbassarono lente per poi risollevarsi.
Come amavo ogni dettaglio di lui.
I suoi occhi chiari splendevano anche nella penombra.
Se gli occhi erano lo specchi dell’anima, la sua era pure luce.
Quell’espressione afflitta mi sciolse e avvicinandomi lentamente lo baciai.
E tutto il resto scomparve.
Solo noi due….e la musica dei nostri respiri che si rincorrevano cercandosi.
Il calore del fiato lento che usciva come un sospiro…accarezzando ogni lembo di pelle che improvvisamente sembrava non appartenermi più…
Solo Edward
Solo noi…
Solo i nostri corpi intrecciati.
Luce, calore e sapore, sciolti insieme in quel bacio intenso,  profondo…nel quale mi trovai quasi ad annegare…
Desiderando morirvi dentro,  per non tornare più indietro…
perchè tutto rimanesse fermo …intatto..
L’amore senza confini, ne limiti da superare…puro.
Il mio mondo racchiuso in quell’istante di paradiso….in quelle mani che mi cercavano senza mai stancarsi.
- Edward…-
Il cuore nel petto sembrava volesse uscire e partecipare anch’esso a quel magico incantesimo.
- Oh amore mio…- Mi strinse più forte e mi abbandonai a lui.
Lentamente ci spogliammo uno con l’altro, senza smettere mai di baciarci e accarezzarci.
Vestiti della nostra pelle, facemmo l’amore in modo nuovo…differente, più intenso di quello che avessi mai provato.
Non lo rimisi alla prova cercando di fare sesso.
Quello che lui sapeva darmi andava oltre e a pochi era dato di provarlo.
Quella notte mi lasciai travolgere da emozioni nuove e sconosciute…e mi innamorai nuovamente di Edward…se di più era possibile.
Scivolammo nel sonno abbracciati.
Al mattino…aprendo gli occhi, ritrovai le sue gambe attorcigliate alle mie…come sempre accadeva quando dormivamo insieme.
Mi abbandonai su di lui felice abbracciandolo e baciandolo.
In quell’attimo, la porta si aprì di colpo, sorprendendoci…e sulla soglia apparvero quei due odiati e gelidi pezzi di cielo …fissi su di noi.
Rose era immobile. Ammutolita.
Edward non disse nulla.
Sollevai le lenzuola sopra di noi escludendola.
Il rumore della porta che si chiudeva mi fece trasalire.
Avevo vinto.
Edward era mio.


21 commenti:

  1. Intenso.
    Bellissimo...
    Ma ho come la sensazione che Rosalie non lascerà che questa armonia ritrovata continui a lungo.

    Hanno capito entrambi di amarsi (Edward e Bella), sono ritornati l'uno verso l'altra, scordandosi di Rose.
    E questo, non presagisce nulla di buono...


    Stupendo capitolo comunque, mi sono emozionata un sacco! Brava! eli.

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    1. miiii..l'hai letto ancora prima che lo pubblicassi...ahahah...Grazie cara. Surprise surprise

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  2. Molto intenso Francies... davvero... nelle tue storie si vive ogni evento ed emozione secondo per secondo, quasi in slow motion. In verità, a dispetto delle abitudini di tante, a me piace lasciarmi sorprendere, capitolo per capitolo. Non mi interessa anticipare cosa accadrà. leggere un libro o una storia è farsi condurre per mano da chi ha in mente e nel cuore ogni passaggio, significa entrare, con rispetto, nella testa di qualcun altro e fare proprio il suo mondo. Non voglio immaginare da me cosa accadrà. Non mi interessa. Aspetto paziente che tu ci riprenda per mano.

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    1. I miei step sono sempre lenti, dettagliati forse allo sfinimento, ma amo questo effetto slow motion, è il mio modo di ricreare immagini di un film che scorre ben definito nella mia testa. Grazie per queste tue belle parole...fanno un gran bene.Bacio

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  3. Molto intenso e sofferto. Molto descrittivo, come sempre sai rendere la scena alla perfezione e i giochi di luci ed ombra sono molto simbolici.
    Ok! Non ce la faccio! Devo dirtelo adesso! Il mio punto di godimento estremo sono le ultime 4 righe!! haahahahahahahahahhaahah!!! Non me l'aspettavo!!! Stavo immersa nel romanticismo più totale! Giuro! Ero lì! Poi HAHA! Beccati questa Rose!!! Devo andsare a vedere in che girone dell'inferno dantesco sono poste le anime di quelli che si mettevano in mezzo tra moglie e marito!
    Adesso.... magari.... puoi fare... che ne so... che lei si ritrae tutta incazzata e cade dalle scale (di servizio ovviamente) e si spacca le prime vertebre della spina dorsale (morte certa) ma fa in tempo a vedere la faccia compiaciuta di Isabella! Eh???? Che ne pensi???? hahahahahahahahahaha!!!
    Dai dai che io devo sapere! devo!

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    1. Ho dovuto riprendermi dalle risate e bere un po' d'acqua altrimenti soffocavo...ahahahahah....finale a sorpresa e vissero... non tutti ...felici e contenti.Non male lo schianto dalla scala mentre Bella dall'alto ride a mo' di strega maligna...ahahahah...MI FARAI MORIRE " GIOVANE"...ti adoro.

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  4. emozione pura, come sempre quando ti leggo, Fra..intenso e profondo, poetico e sensuale..come mi piaaaceeeeeeeeeeeeee!!!

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  5. stupendo come sempre mi piace molto il tuo modo di raccontare ogni minima cosa e trasmettere emozione come se la cosa la vivesse anche il lettore....brava isabella tieniti stretto quello ch'è tuo!!!

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  6. Emozionante alla massima potenza, brava...non mi deludi mai!

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  7. Sono emozionatissima. Si sono ritrovati. L'amore vince .... SEMPRE! Almeno voglio sperarlo.
    Bravissima Fra..... lo sai che mi sciolgo quando ti leggo!

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  8. ................. e vaffanculo a ROS... eh!

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  9. Come sei brava nelle descrizioni dei sentimenti e delle emozioni, non smetterei mai di leggerti. Questa storia è così bella che per me sarebbe un bellissimo romanzo. Finalmente si sono ritrovati, un'anima sola. E Rose.....fanculizzati se posso dirlo! tornate dal tuo scimmione e nn rompere. Ciao alla prossima!! kiss

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  10. ......... Che dolcezza!! Srprendentemente romantico, dolcissimo, intenso ... insomma un altro pezzo superbo. Grazie!!

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  11. Si sono ritrovati e spero che non si perdano di nuovo , hai tirato fuori sentimenti molto dolci ne hanno veramente bisogno per riscire a costruire di nuovo il loro rapporto ,entrabi hanno sofferto tanto .
    Ciao sai sempre emozionare il lettore,alla prossima.

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  12. Questo capitolo è dolcissimo, ti incanta e ti commuove. Tutte le parole non dette e le paure non confessate sono nei loro gesti e nei loro sguardi. Pagine stupende Fra!
    Bravissima!

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  13. che goduria di capitolo, mancava solo la ciliegina sulla torta con Bella che sbatteva fisicamente la porta in faccia a sta Rose, che un po' ho decisamente rotto diciamocelo pure, non è che da fisioterapista a fan sfegatata debba diventare amante cornificante per forza e che cavolo!!!! Finalmente dopo tanto dolore si stanno ritrovando sono troppo contenta, ma immagino che il cammino sarà ancora lungo

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  14. Hanno gia' detto tutto ..!!! Bellissimo .. Francy ti adoro, ma ti prego non farci aspettare troppo .. ..!!!!!!!

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  15. finalmente posso commentare anche io! ho capito come funziona!! meglio tardi che mai!! complimenti cara!! capitolo bellissimo come sempre! un bacio Ambra!!

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  16. Le emozioni che mi regali ogni volta solo poki scrittori nella mia vita ci sono riusciti.................

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  17. Uno tsunami di gioia e emozione!
    Eva

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