Capitolo
22 – Isabella
La mia
vita sembrava essere un traballante castello di carte, ogni volta che cercavo
di renderla più solida c’era una parte che cedeva e nonostante i miei profondi
sforzi, la cosa sembrava non avere mai fine.
Era
stato così sempre, in ogni circostanza della mia esistenza e probabilmente
questa cosa sarebbe durata in eterno.
Mia
madre, quando ero bambina, diceva sempre che il mio problema era il non avere
fiducia in me stessa e nelle persone che mi amavano… e almeno in questo aveva
avuto ragione.
Nel
momento in cui avevo voluto fidarmi del mio giudizio, avevo compiuto il mio più
grande errore e, credendo invece di far bene, avevo perso l’unica persona che
mi avesse mai amato veramente.
Mia
madre.
Lei ed
io avevamo sofferto momenti difficili, dopo che il mio vero padre era morto
all’improvviso lasciandola coperta di debiti, ma la sua forza e la sua tenacia
avevano permesso ad entrambe di continuare a condurre una vita dignitosa.
Era
stata di esempio per me, anche se la notte, di tanto in tanto, la sentivo
piangere in silenzio nel letto accanto al mio.
All’età
di dieci anni assistetti alla sua rinascita.
Avvenne
per caso, anche se a volte il caso sembra essere guidato da qualcuno più in
alto.
In
occasione di un barbecue in casa di amici, conobbe il mio patrigno e all’improvviso
ricominciò a sorridere.
Gli anni
difficili sembravano ormai dimenticati e dopo il loro matrimonio, celebrato in
una piccola e romantica chiesetta a picco sul mare, circondati da pochi amici, tutto sembrò scorrere serenamente… fino a quel
giorno… nel quale stravolsi le vite di tutti.
Quel
momento era marchiato a fuoco nella mia memoria e il dolore della ferita non
aveva mai smesso di darmi il tormento, fino a che avevo incontrato Edward.
Abbracciando
il suo cane, su quel prato innaffiato di sogni, avevo gettato al vento il mio
angoscioso passato, facendo posto alle attenzioni di un uomo che mi aveva da subito conquistata.
Tutto il
lungo periodo vissuto con lui prima dell’incidente era stato il più bello e
spensierato di tutta la mia vita.
L’amore
che ci legava, era il mio solo scudo contro i rimorsi e le pene che ancora di
notte , di tanto in tanto, tornavano a farmi
rivivere il mio passato.
Lui era
l’unico di cui mi fossi fidata …da sempre.
L’unico
al quale avessi permesso di conoscermi veramente.
L’unico
che mi avesse accettata per quella che ero…senza giudicarmi.
Di quei
lontani giorni felici con la mia famiglia, conservavo soltanto una foto
sbiadita in cui mia madre Rene sorrideva radiosa all’obbiettivo, stringendomi
forte davanti a sé, mentre i fiori di campo, che crescevano nei prati attorno
alla nostra casa, ondeggiavano al vento di una primavera che sarebbe stata per
lei l’ultima.
Ai
margini della foto c’era Phil, l’uomo che le avrebbe distrutto l’esistenza, che
invece di partecipare al quadretto di famiglia , fumava la sua sigaretta
guardando altrove.
A volte
mi perdevo a guardarla, stringendola tra le mani, perdendomi nei dettagli
…cercando di ricordare il calore di quelle braccia strette intorno a me e il
profumo di quei fiori che non avevo mai più rivisto così belli.
E venivo
travolta dalla nostalgia.
Mia
madre e Phil si erano amati tanto, di questo ero certa e una volta divenuta
adulta mi ero chiesta cosa lo avesse spinto a cercare le braccia di un’altra
donna, ma nonostante mi fossi sforzata di trovare delle ragioni plausibili, non
avrei comunque mai conosciuto la verità.
Ma chi
ero io per giudicarlo, dopo il modo in cui io stessa mi stavo comportando.
Ancora
mi chiedevo cosa sarebbe accaduto se avessi scelto di tacere.
Non avrei saputo mai nemmeno questo.
Forse
avrei avuto ancora una madre.
Forse
non avrei perduto me stessa.
Forse
tutta la mia vita sarebbe stata diversa.
Da quel
giorno in poi…non mi intromisi più nella vita degli altri.
Con Phil
avevo azzerato ogni contatto.
Con
quell’uomo, che per un breve periodo avevo considerato un padre, non intendevo
avere più nulla a che fare.
Il mio
passato di ragazzina ora viveva solo nei miei ricordi e lì intendevo farlo
rimanere.
- A cosa stai
pensando? –
La voce
al mio fianco mi riscosse dai pensieri lontani, riportandomi ad un presente ancora
incerto, ma colmo di aspettative.
Edward
ed io eravamo stesi sul grande letto della camera matrimoniale, rimasta chiusa
per mesi.
La stanza veniva pulita e riordinata
regolarmente e quel profumo di fresie e lavanda, che aleggiava nell’aria,
sembrava spruzzato di fresco.
Il
bianco e il pesca che vestivano le pareti, donavano all’ambiente una freschezza
leggera e l’ampia finestra, accarezzava un paesaggio mozzafiato che, come un
catalogo di design, si inerpicava verso le colline tra le case vittoriane,
liberty, mission revival e art decò del lussuoso quartiere di Pacific Heights.
L’intera
stanza era fonte di luce.
Riflettevano,
lungo le pareti dai colori caldi, gli ultimi raggi di un Sole che sembrava osservarci
incuriosito da dietro i vetri spessi.
Mi
sistemai i capelli sul cuscino e mi rivolsi ad Edward.
- Lasciavo vagare la
mente. Tu come ti senti adesso? –
Volevo
rimanergli vicina e al tempo stesso desideravo che si stendesse per riposare un
po’.
Il suo
volto era stanco e il suo fisico provato.
Dovevo
imparare, un po’ per volta,a prendermi cura di lui .
Quando
avevo proposto di stenderci nella vecchia camera che ci aveva visti sposi felici
mi era parso titubante, ma rassicurandolo aveva ceduto e si era lasciato
accompagnare.
- Meglio, molto
meglio. Forse dormire sul divano non è stata una grande idea, ma a dirti il
vero non vi avrei rinunciato per niente al mondo. Ne avevo bisogno. Avevo bisogno
di noi. –
L’uno
accanto all’altro ci guardavamo senza riuscire a distogliere gli occhi. Mi
appariva strano essere di nuovo insieme in quella stanza, ma mi costrinsi a
pensare che non poteva che essere di buon presagio.
- Dovrai insegnarmi
molte cose, lo sai vero? –
- Dovrai soltanto
starmi vicina. E’ la sola cosa di cui abbia veramente bisogno adesso. –
Sorrise dolcemente baciandomi l’angolo delle
labbra.
Adoravo
quando lo faceva.
Quella
sensazione di calore rimaneva impressa sulla pelle e mi confortava. Chiusi gli
occhi per assaporare il momento.
Niente
al mondo era paragonabile al tocco delle labbra di Edward…delle sue mani, della
sua pelle e la lunga lontananza non aveva fatto che sottolinearmi quanto ne
avessi bisogno per sentirmi così come mi sentivo ora.
Mi
emozionai...lasciando che quella sensazione mi avvolgesse.
Rotolai
sul fianco allontanandomi di poco da lui.
Quella
stanza intatta, quel profumo così intimo e il respiro regolare di Edward al mio
fianco, mi riportarono a ricordi felici e spontaneamente, senza neppure
rendermene conto sorrisi.
Rimasi
ad osservare quell’ambiente familiare, mentre lo sguardo di Edward non mi
abbandonava per un solo attimo.
- Mi piace
guardarti…ti ho sempre trovata molto affascinante. –
- Lo credi
veramente?-
- Certo…Sei
bellissima. –
- Ora esageri. –
- Si, forse un po’. –
Mi voltai sorpresa. Lui rise vedendo la mia faccia.
- Non sei cambiato
eh? Continui a prendermi in giro. –
- E tu ci caschi
sempre… oh Isabella…-
Gli
occhi si accesero di una luce nuova.
Il
sorriso pian piano si spense.
Lento…come
il sole che, stanco di noi, scivolava oltre l’orizzonte, cedendo alle ombre l’ampio
spazio della camera.
L’atmosfera
velata cambiò l’aspetto della stanza e la fioca luce del tramonto,
arrampicandosi ai bordi della finestra, delineava i nostri profili sulla parete
accanto a noi.
Mi
voltai a osservare quel gioco strano che
impedisce a chiunque di vedere il profilo della propria ombra, chiedendomi se
sarei mai riuscita a riconoscermi in quello che di me riuscivo a vedere.
Edward
si era sistemato nella mia stessa posizione ed insieme guardavamo il soffitto e
quello strano lampadario di carta di riso che sembrava ondeggiare ad ogni
sospiro.
Rimanemmo
in silenzio, finchè il buio, in pochi minuti, si impadronì di ogni cosa intorno a noi.
Edward
accennò un movimento.
Le sue
dita scivolarono sulle mie.
Cercandole…
stringendole dolcemente.
Quella
lacrima, sempre in bilico all’angolo dei miei occhi, cedette all’emozione e
senza fare rumore si lasciò cadere fino a morire.
Lui non
si accorse di nulla.
Le sue
dita giocavano con le mie, seguendo un disegno e un codice che conoscevamo
soltanto noi.
Trattenevo
il fiato aspettandomi, da un momento all’altro, di vederlo rotolare sopra di
me, ma sapevo che non sarebbe potuto accadere…almeno non adesso.
Trascorse
del tempo al quale non sapevo dare misura…e mentre con un lungo sospiro
incameravo aria nei polmoni…qualcosa avvenne.
- Isabella. – La
sofferenza, nel pronunciare il mio nome.
- Si? – Il mio un
sussurro appena udibile.
- Ho… bisogno di
sentire la tua pelle. –
Preghiera
e Paura in un’unica veste, strette insieme ad attendere la risposta.
- Oh! – Fu tutto ciò
che riuscii a dire.
Preghiera
e Paura si guardarono stupite, chiedendosi cosa quel suono significasse.
Non
capivo cosa Edward intendesse e non volevo compiere gesti dei quali poi mi
sarei potuta pentire.
La mia
mente però ormai cavalcava scenari di noi due avvinghiati uno all’altro, fino a
diventare una cosa sola.
Non mi
mossi.
Aspettai.
Edward
si sollevò, mettendosi seduto.
Attirò
la mia mano verso di sé, invitandomi a
fare altrettanto.
- Vieni qui, siediti
davanti a me. –
I suoi
occhi sembrarono illuminarsi, come se le stelle avessero deciso di abitarvi
dentro.
Sembrava
aver preso una decisione a lungo sofferta, ma non m’illusi.
- Ho voglia di
sentirti. Di sentire me stesso. Ho voglia di te Isabella. –
Mi sollevai
obbediente sulle ginocchia, non riuscendo a credere alle sue parole.
Non
aveva senso…dopo quello che mi aveva detto la sera prima.
Nonostante
mi sforzassi di restare calma, l’illusione che avesse cambiato idea prendeva
forma nella mia mente…eccitando i miei sensi.
Mi
afferrò i fianchi, invitandomi a pormi di fronte a lui.
Sollevai
una gamba e in attimo ebbi il suo volto stretto al petto.
Accarezzai
i capelli di miele, sentendo crescere il
calore del suo fiato sul mio seno.
Era una
sensazione bellissima.
La prima
vera gioia dopo tanto tempo.
Il cuore
rispondeva al richiamo accelerando la sua corsa, mentre le sue dita sfioravano
i bordi della mia canotta.
Quando
toccò la mia pelle fui scossa da un brivido che eccitandomi increspò il mio
seno rendendo visibile il mio tormento.
Edward
se ne accorse e sollevò lo sguardo per incrociare il mio.
Trattenni
il fiato.
Dio…
come lo desideravo.
Le sue
grandi mani instancabili, sembravano coprire ogni curva del mio corpo in una
carezza senza pause, che mi mandò in estasi.
Leggere…delicate,
piene d’amore.
Dolcemente
ruotò l’indice sfiorandomi l’evidente eccitazione che sporgeva sotto la sottile
stoffa.
Gemetti…ma
non cedetti al desiderio di toccarlo a mia volta.
Sapevo
quanto gli costasse mettersi alla prova.
Ma Edward
sapeva anche quanto costasse a me non riprendermi ogni cosa di lui…e tutto in
una volta.
Erano
lontani i giorni in cui potevo essere quell’Isabella disinibita che aveva
conosciuto un tempo, ma qualcosa stava cambiando.
Saremmo potuti
essere ancora quelli che eravamo …o forse anche qualcosa di migliore…di
rinnovato.
Le mani ai fianchi mi guidò sopra di lui e appoggiandomi al suo bacino sentii
che anche lui reagiva.
Non era
l’uomo finito che credeva di essere, il suo corpo era vivo e io potevo sentirlo
sotto quella sottile stoffa che ci separava.
Forse
non con la potenza di un tempo, ma se la mia vicinanza ancora sortiva
quell’effetto al primo contatto…cosa sarebbe potuto succedere col tempo?
Cominciai
spontaneamente a muovermi su di lui, ma Edward si ritrasse..
- Non farlo…Ti prego!
..No… –
Abbassò
la testa..l’aria sconfitta.
Non era
pronto.
Scivolai
sedendomi tra le sue gambe aperte, rimanendo ferma e decisa a non lasciarlo
rinunciare.
Intrecciati
l’uno all’altra, il suo sguardo non aveva scampo.
Era
costretto a guardarmi…ad ascoltarmi.
Sollevai
quello splendido viso, raccogliendolo dolcemente lo accarezzai, finchè decise
di guardarmi di nuovo.
Era
addolorato.
Anche
nella penombra lo potevo percepire.
Come se
avesse fallito, deludendo le mie aspettative.
Questo
era il suo timore più grande…lo comprendevo.
Gli
sorrisi con tutta la dolcezza di cui fui capace.
Le
lunghe ciglia si abbassarono lente per poi risollevarsi.
Come
amavo ogni dettaglio di lui.
I suoi
occhi chiari splendevano anche nella penombra.
Se gli occhi
erano lo specchi dell’anima, la sua era pure luce.
Quell’espressione
afflitta mi sciolse e avvicinandomi lentamente lo baciai.
E tutto
il resto scomparve.
Solo noi
due….e la musica dei nostri respiri che si rincorrevano cercandosi.
Il
calore del fiato lento che usciva come un sospiro…accarezzando ogni lembo di
pelle che improvvisamente sembrava non appartenermi più…
Solo
Edward
Solo
noi…
Solo i
nostri corpi intrecciati.
Luce, calore
e sapore, sciolti insieme in quel bacio intenso, profondo…nel quale mi trovai quasi ad
annegare…
Desiderando
morirvi dentro, per non tornare più
indietro…
perchè tutto
rimanesse fermo …intatto..
L’amore
senza confini, ne limiti da superare…puro.
Il mio
mondo racchiuso in quell’istante di paradiso….in quelle mani che mi cercavano
senza mai stancarsi.
- Edward…-
Il cuore
nel petto sembrava volesse uscire e partecipare anch’esso a quel magico
incantesimo.
- Oh amore mio…- Mi
strinse più forte e mi abbandonai a lui.
Lentamente
ci spogliammo uno con l’altro, senza smettere mai di baciarci e accarezzarci.
Vestiti
della nostra pelle, facemmo l’amore in modo nuovo…differente, più intenso di
quello che avessi mai provato.
Non lo
rimisi alla prova cercando di fare sesso.
Quello
che lui sapeva darmi andava oltre e a pochi era dato di provarlo.
Quella
notte mi lasciai travolgere da emozioni nuove e sconosciute…e mi innamorai
nuovamente di Edward…se di più era possibile.
Scivolammo
nel sonno abbracciati.
Al
mattino…aprendo gli occhi, ritrovai le sue gambe attorcigliate alle mie…come
sempre accadeva quando dormivamo insieme.
Mi
abbandonai su di lui felice abbracciandolo e baciandolo.
In quell’attimo, la porta si aprì di colpo,
sorprendendoci…e sulla soglia apparvero quei due odiati e gelidi pezzi di cielo
…fissi su di noi.
Rose era
immobile. Ammutolita.
Edward
non disse nulla.
Sollevai
le lenzuola sopra di noi escludendola.
Il
rumore della porta che si chiudeva mi fece trasalire.
Avevo
vinto.
Edward
era mio.
Intenso.
RispondiEliminaBellissimo...
Ma ho come la sensazione che Rosalie non lascerà che questa armonia ritrovata continui a lungo.
Hanno capito entrambi di amarsi (Edward e Bella), sono ritornati l'uno verso l'altra, scordandosi di Rose.
E questo, non presagisce nulla di buono...
Stupendo capitolo comunque, mi sono emozionata un sacco! Brava! eli.
miiii..l'hai letto ancora prima che lo pubblicassi...ahahah...Grazie cara. Surprise surprise
EliminaMolto intenso Francies... davvero... nelle tue storie si vive ogni evento ed emozione secondo per secondo, quasi in slow motion. In verità, a dispetto delle abitudini di tante, a me piace lasciarmi sorprendere, capitolo per capitolo. Non mi interessa anticipare cosa accadrà. leggere un libro o una storia è farsi condurre per mano da chi ha in mente e nel cuore ogni passaggio, significa entrare, con rispetto, nella testa di qualcun altro e fare proprio il suo mondo. Non voglio immaginare da me cosa accadrà. Non mi interessa. Aspetto paziente che tu ci riprenda per mano.
RispondiEliminaI miei step sono sempre lenti, dettagliati forse allo sfinimento, ma amo questo effetto slow motion, è il mio modo di ricreare immagini di un film che scorre ben definito nella mia testa. Grazie per queste tue belle parole...fanno un gran bene.Bacio
EliminaMolto intenso e sofferto. Molto descrittivo, come sempre sai rendere la scena alla perfezione e i giochi di luci ed ombra sono molto simbolici.
RispondiEliminaOk! Non ce la faccio! Devo dirtelo adesso! Il mio punto di godimento estremo sono le ultime 4 righe!! haahahahahahahahahhaahah!!! Non me l'aspettavo!!! Stavo immersa nel romanticismo più totale! Giuro! Ero lì! Poi HAHA! Beccati questa Rose!!! Devo andsare a vedere in che girone dell'inferno dantesco sono poste le anime di quelli che si mettevano in mezzo tra moglie e marito!
Adesso.... magari.... puoi fare... che ne so... che lei si ritrae tutta incazzata e cade dalle scale (di servizio ovviamente) e si spacca le prime vertebre della spina dorsale (morte certa) ma fa in tempo a vedere la faccia compiaciuta di Isabella! Eh???? Che ne pensi???? hahahahahahahahahaha!!!
Dai dai che io devo sapere! devo!
Ho dovuto riprendermi dalle risate e bere un po' d'acqua altrimenti soffocavo...ahahahahah....finale a sorpresa e vissero... non tutti ...felici e contenti.Non male lo schianto dalla scala mentre Bella dall'alto ride a mo' di strega maligna...ahahahah...MI FARAI MORIRE " GIOVANE"...ti adoro.
Eliminaemozione pura, come sempre quando ti leggo, Fra..intenso e profondo, poetico e sensuale..come mi piaaaceeeeeeeeeeeeee!!!
RispondiEliminaGrazie Zag...il bello ha da venì...
Eliminastupendo come sempre mi piace molto il tuo modo di raccontare ogni minima cosa e trasmettere emozione come se la cosa la vivesse anche il lettore....brava isabella tieniti stretto quello ch'è tuo!!!
RispondiEliminaEmozionante alla massima potenza, brava...non mi deludi mai!
RispondiEliminaSono emozionatissima. Si sono ritrovati. L'amore vince .... SEMPRE! Almeno voglio sperarlo.
RispondiEliminaBravissima Fra..... lo sai che mi sciolgo quando ti leggo!
................. e vaffanculo a ROS... eh!
RispondiEliminaCome sei brava nelle descrizioni dei sentimenti e delle emozioni, non smetterei mai di leggerti. Questa storia è così bella che per me sarebbe un bellissimo romanzo. Finalmente si sono ritrovati, un'anima sola. E Rose.....fanculizzati se posso dirlo! tornate dal tuo scimmione e nn rompere. Ciao alla prossima!! kiss
RispondiElimina......... Che dolcezza!! Srprendentemente romantico, dolcissimo, intenso ... insomma un altro pezzo superbo. Grazie!!
RispondiEliminaSi sono ritrovati e spero che non si perdano di nuovo , hai tirato fuori sentimenti molto dolci ne hanno veramente bisogno per riscire a costruire di nuovo il loro rapporto ,entrabi hanno sofferto tanto .
RispondiEliminaCiao sai sempre emozionare il lettore,alla prossima.
Questo capitolo è dolcissimo, ti incanta e ti commuove. Tutte le parole non dette e le paure non confessate sono nei loro gesti e nei loro sguardi. Pagine stupende Fra!
RispondiEliminaBravissima!
che goduria di capitolo, mancava solo la ciliegina sulla torta con Bella che sbatteva fisicamente la porta in faccia a sta Rose, che un po' ho decisamente rotto diciamocelo pure, non è che da fisioterapista a fan sfegatata debba diventare amante cornificante per forza e che cavolo!!!! Finalmente dopo tanto dolore si stanno ritrovando sono troppo contenta, ma immagino che il cammino sarà ancora lungo
RispondiEliminaHanno gia' detto tutto ..!!! Bellissimo .. Francy ti adoro, ma ti prego non farci aspettare troppo .. ..!!!!!!!
RispondiEliminafinalmente posso commentare anche io! ho capito come funziona!! meglio tardi che mai!! complimenti cara!! capitolo bellissimo come sempre! un bacio Ambra!!
RispondiEliminaLe emozioni che mi regali ogni volta solo poki scrittori nella mia vita ci sono riusciti.................
RispondiEliminaUno tsunami di gioia e emozione!
RispondiEliminaEva