Capitolo 16 – Isabella
Mi trascinavo lungo il corridoio appena illuminato
dalla nascente luce del mattino che filtrava dalla grande finestra del salone.
La mia immagine si rifletteva come un’ombra
distorta alla parete, mentre zoppicavo per il dolore sempre più intenso al
ginocchio.
Mi appoggiai al muro e la mia ombra sembrò
allungare la mano per venirmi in aiuto.
Palmo a palmo mi sostenne….
Le tempie mi pulsavano e tutti i muscoli
sembrarono arrendersi…e abbandonarmi.
Poteva un uomo essere così contorto da
cambiare atteggiamento in pochi istanti?...
Mi aveva presa e poi lasciata…ridato la
vita e poi nuovamente uccisa….
Portai le mani alla fronte appoggiando la
schiena alla parete per alleviare il peso sulla gamba.
Ero stanca.
Chiusi gli occhi e la mia mente mi regalò
quell’ultimo istante di poesia intensa che le sue labbra sulle mie mi avevano donato.
Quegli occhi spaventati sembravano
supplicarmi ed io mi ero perduta completamente in quel mare d’inverno, credendo
per un attimo di averlo ritrovato.
Era stato bellissimo…
La sua bocca …
Il suo respiro caldo che accarezzava le nostre
labbra in una esitante richiesta.
Il suo sapore…unico…indimenticabile…
Un bacio tanto intenso da strapparmi l’aria
dai polmoni e portarsi via la mia vita.
Mi accarezzai le labbra e compresi quanto mi
mancasse.
Quanto
fosse forte e reale il bisogno di lui….del contatto.
Appena le nostre lingue si erano accarezzate,
l’energia tra noi era esplosa ….avevo dimenticato tutto quello che avevo intorno
….e staccarmene così bruscamente mi aveva devastata.
Nella stanza dove lui si era chiuso regnava
il silenzio…
Edward….
Quanto tempo buttato al vento e rubato alle
nostre vite…per una debolezza…una paura radicata che lo stava portando
inesorabilmente ad allontanarsi da tutto.
Lo odiavo per questo…
Avrei voluto buttar giù quella porta a
calci….prenderlo per le spalle e urlargli che la vita era la nostra e non
soltanto la sua…e che quello che stava facendo distruggeva ogni nostro futuro.
Forse… già lo aveva fatto…
irrimediabilmente.
Sollevai gli occhi dal pavimento e ritrovai
quelli di Eleonor che da chissà quanto tempo mi stava fissando all’altro lato
del corridoio.
- Tutto bene Signora?
Vuole che chiami il dottore? –
Si contorceva le mani sul grembiule candido
che indossava ogni giorno…preoccupata di aver mancato in qualche cosa.
Piccola…insignificante.
Ancora mi chiedevo perchè l’avessi assunta.
- Credo non sia necessario
Eleonor…Lui sta bene. -
Ero io ad essere distrutta.
- Mi scusi Signora,
ma la signorina Rose non è ancora arrivata…Sapete qualcosa? Magari lei saprebbe
cosa fare. –
Non osava avvicinarsi e da lì non riuscivo
a vedere bene l’espressione del suo viso.
Guardai l’orologio alla parete.
Le otto erano passate da alcuni minuti e
non so perchè… il fatto che Rose non si fosse presentata non mi sorprese.
Odiai pure lei…e per qualche perverso
motivo sperai fosse stato Edward a cacciarla per sempre dalla nostra casa.
Quella donna non mi era mai piaciuta…ed io
a lei.
Lo sapevamo entrambe che tra noi non c’era affinità
e la scoperta della sera prima non aveva fatto che cancellare per sempre ogni
possibilità di avvicinamento.
La rabbia mi assalì e la gelosia mi
travolse…. mi fece ritrovare le forze.
A lei tutto era stato concesso e a me tutto era negato…
Tutto l’amore che gli avevo dimostrato non
era valso ad avere nemmeno il diritto di rivolgergli la parola…
per mesi interi…
lunghi interminabili giorni …
nei quali mi ero consumata nelle ricerca di
un varco per entrare nel suo mondo…
Alla fine avevo ceduto…e mi ero persa nella
fogna che meritavo….
Scansai Eleonor senza rivolgerle la parola
e mi diressi in camera dove, riposto sopra al comodino, avevo visto il telefono di Edward.
Volevo sapere…
Dovevo sapere se a chiamare fosse stata lei
oppure Edward.
Passai la soglia trascinandomi dietro la
gamba dolorante e afferrai il piccolo apparecchio….unico legame che Edward
aveva col mondo esterno.
Non mi ero mai sognata di controllare se lo
usasse o meno…ma non ero quasi mai in casa di giorno ….quindi non potevo
saperlo.
Premetti il pulsante di accensione e attesi
quei pochi secondi…
Il telefono prese vita e cercai nel
registro delle chiamate….
Ultima in uscita…..Rosalie…
Guardai il display come se potesse
rivelarmi il contenuto della loro conversazione …poi lo lasciai scivolare dalle
mani …impotente…gettandolo sopra le lenzuola intatte del suo letto.
Mi sedetti lentamente sulla sponda del mio…
lì a fianco.
Cosa le aveva detto? Volevo le parole
esatte.
Maledizione…. cosa cazzo le aveva detto per
non farla venire al lavoro?….
Impazzivo all’idea che l’avesse chiamata
proprio pochi istanti dopo avermi lasciata sola nel mio letto…
L’ennesimo rifiuto…
Non lo potevo nemmeno sfiorare...
Ohh la sua pelle sotto le mie dita…morbida
e calda…
Lei lo massaggiava…lo lavava…gli metteva le
mani ovunque.
Lei poteva tutto….
Mi rannicchiai sotto le lenzuola e le
sollevai fino a coprirmi la testa.
La spalla mi doleva e lamentandomi dovetti
girarmi sull’altro fianco …costringendomi così a guardare dalla parte dove dormiva
Edward.
Era intatto.
Realizzai che doveva essere rimasto accanto
a me tutta la notte…
Tenendomi la mano tutto il tempo…
Lui poteva farlo….io no..
Quel pensiero mi addolcì distraendomi …e
gli occhi mi si riempirono di lacrime silenziose.
Il risveglio era stato dolcissimo…
Non ci potevo credere quando tra le dita
avevo avvertito le sue.
Le conoscevo bene…non era stato necessario
aprire gli occhi per capire che quelle mani fossero le sue….erano inconfondibili.
Lunghe ed eleganti …agivano di vita propria
e mi prendevo gioco sempre del modo buffo che aveva di muoverle….e che adoravo
infinitamente.
Rimanevo incantata a guardare come librava quelle
dita sopra i tasti del pianoforte …giocando a rincorrere le note di brani che
vivevano solo dentro la sua testa.
Improvvisava …diceva.
Ma io sapevo quanto lavoro ci fosse dietro
quella arie intense e nostalgiche.
Erano la voce che aveva dentro…il suo
immenso cuore ardente….
Anche quando scriveva i suoi racconti sembrava suonare una melodia…
Lui stesso era melodia.
Il suo corpo era melodia…
La melodia più dolce e struggente che
avessi mai sentito.
Mi asciugai le lacrime col dorso della mano
e senza curarmi di quello che avrebbe pensato Eleonor usai il lenzuolo stesso
per pulirmi il viso.
Chissà cosa stava facendo Edward chiuso in
quella stanza.
Cosa stava pensando?
Perché era così codardo da non affrontare
la cosa guardandomi in faccia e dandomi la possibilità di dirgli quello che provavo?
Mi convinsi ad affrontarlo… strappandolo
dalla sua tana.
Feci per alzarmi, ma non appena appoggiai
il piede a terra il telefono di Edward cominciò a squillare…un trillo tanto
basso che faticai quasi a sentirlo.
Vedevo lampeggiare il display…e mi
avvicinai titubante...
Jasper....buio
Jasper....buio
Jasper....buio
Jasper....buio
Permisi all’aria trattenuta di uscire dalla
mia bocca e afferrandolo risposi.
- Pronto Jasper. –
- Tesoro…sei tu, che
sorpresa. Come stai questa mattina? –
Affabile e gentile come sempre la sua voce
amica mi strappò un breve sorriso.
- Oh! Direi che
potrebbe andare molto meglio…tu che dici? –
- Certamente non deve
essere molto piacevole, ma cerca di vedere il lato positivo. Avrai un po’ di
tempo da dedicare a tuo marito…non sei felice? –
Rimasi in silenzio quell’attimo di troppo e
lui se ne accorse.
- Non sta andando
bene eh? Che succede piccola…Quell’idiota di mio fratello ti fa dannare?-
La
sua voce era calma…cercava di confortarmi e per questo lo adorai.
- Ci siamo baciati. –
Pronunciai quelle tre parole scoppiando a
piangere un’altra volta.
Avevo bisogno di dirlo a qualcuno.
Qualcuno
che ci conoscesse bene e che potesse comprendere
tutto quello che stavo passando e che ciò significava.
- Vi siete baciati? …Veramente?-
Era sorpreso.
Cercavo di trattenere i singhiozzi che
premevano in gola e lo sforzo sembrò servire.
- Aspetta un momento
Bella…-
Aveva coperto la cornetta e parlava con
qualcuno, ma non riuscivo a capire una parola….immaginai subito di chi si
trattasse. Alcuni rumori e brontolii annunciarono e confermarono il mio sospetto. Alice.
- Bella? –
Lo squillo della sua voce mi costrinse ad
allontanare il cellulare dall’orecchio.
- Alice…ciao. E’ un
po’ che non ci si sente. –
- Oh tesoro…come
stai? Quell’orso di mio marito mi ha detto soltanto adesso del tuo incidente di
ieri sera, Stai bene? Me lo sentivo che prima o poi sarebbe successo…Ti ha
baciata?...Oh mi devi raccontare tutto perché Jasper non scuce quella sua
boccaccia nemmeno sotto tortura. E Edward come sta? E lì con te? Io vi devo
vedere…è inconcepibile che in tutti questi mesi non ci si sia sentiti nemmeno
per un drink. Esigo di vedervi. Sei ancora lì? …..Pronto… Bella? –
Sorrisi assistendo impotente ad uno dei
suoi famosi monologhi…
Lei era così.
Tenera e dolce, ma insaziabile di vita e di
parole.
L’adoravo per la sua generosità e per il
grande affetto che provava per noi…inalterato nonostante l’isolamento degli
ultimi mesi e la forzata reclusione di Edward.
-
Alice…ti
prego. Una domanda alla volta. Sto abbastanza bene a parte qualche botta qua e
là e…. Edward sta benissimo. –
Mentii per non sentire improperi nei suoi
confronti.
-
Ma
ti ha baciata? Allora siete di nuovo felici? Tutto sistemato?–
Candida come soltanto lei poteva essere
distrusse quel po’ di buonumore che avevo conquistato ascoltando le loro voci
amiche.
-
Oh
Alice…Se fosse così facile sarebbe accaduto molto tempo fa. –
E scoppiai in singhiozzi…
Le
parole uscivano come lamenti e senza più freni lasciai che quella mia unica
amica ascoltasse la mia pena.
- Isabella devi
dargli tempo…-
La
voce di Jasper tuonò in sottofondo urlando che di tempo ne aveva avuto
abbastanza e che Edward doveva darsi una svegliata.
Sorrisi tra le lacrime…ma fu solo un istante e
ripresi a singhiozzare.
- Sta zitto Jasper! –
poi a me - Ma hai detto che ti ha baciata…no? –
Ricordai….e gemetti.
- Si Alice…mi ha
baciata…Ma ora è chiuso nel suo studio e si rifiuta di parlarmi. Mi sento
morire…non puoi immaginare come mi sento.
Non so più cosa
fare Alice…non mi vuole….io credo…-
La
voce mi si ruppe singhiozzando e cercai
di riprendere il controllo facendo profondi respiri.
Tirai su col naso senza tante cerimonie e poi
continuai.
- Credo che sia
finita…-
Fu soltanto un bisbiglio…che cadde dalla
mia bocca schiantandosi a terra..tale era il peso di ciò che significava.
Il pensiero prese forma nella mia testa e
attraverso la gola scivolò nella pancia annidandosi come una tenia.
Prese a nutrirsi di me dall’interno e
potevo sentire i morsi di quel verme divorarmi.
Non piangevo più…sentivo solo il battito lento
del mio cuore e il rumore dell’aria che entrava ed usciva dalla mia bocca solo
per istinto.
Persi la volontà…e mi lasciai avvolgere da
quel senso di vuoto.
Mi girava la testa…
La nausea accompagnava il pasto di
quell’essere che mi dilaniava…
Ma non mi importava…
Non mi importava più di niente…
Che si mangiasse pure tutto di me…
Io non ero niente…
Senza di lui non ero niente…
Non mi voleva.
Era finita. Il telefono mi cadde dalle mani
schiantandosi a terra.
- Isabella…- Mi
voltai e lo vidi.
Era lì sulla sua sedia…fermo sulla soglia
della camera e mi guardava.
Incrociai il suo sguardo sofferto per un istante…ma la nebbia che mi velava gli
occhi non mi permise di vedere altro.
Solo una indistinta macchia grigia che dilatandosi
univa il suo corpo ai vestiti scuri che lo contenevano…
- Perché piangi? – La sua voce era dura…contratta.
Era arrabbiato?...Non capivo.
Lasciai che aspettasse la risposta….
Non mi importava di spiegargli niente…
Non ci volevo nemmeno provare…
Tanto non avrebbe ascoltato.
Come sempre…
Era tutto inutile.
Il lento masticare della dolorosa serpe che
avevo dentro mi annullava.
Il ginocchio cominciò a pulsarmi e mi
lasciai cadere indietro sui cuscini del letto…il mio viso una maschera muta.
E’ finita…
E’ finita…
E’ finita…
Il pensiero… come un’eco rimbalzava da una
parte all’altra del mio cervello lasciando ferite sanguinanti….e poi di nuovo
il nulla.
- Rispondimi
Isabella…perché stai piangendo? –
Aveva urlato e la sua voce mi trafiggeva
aggiungendo dolore al dolore.
Si era avvicinato velocemente ed ora era al
mio fianco.
Voltai la testa sul cuscino per guardarlo e
quel che vidi fu il riflesso di me stessa.
Era pallido e la linea quadrata della
mascella risaltava coi suoi spigoli arrotondati…
Era bellissimo…
Era l’uomo che amavo..
L’unico uomo che avessi mai amato.
Ma non mi voleva…non più…
- Cosa vuoi da me
Edward? Veramente. Cosa vuoi che faccia?–
La
mia voce un sussurro.
Davo
per scontato che girasse sulle sue ruote di gomma e che l’ultima cosa che avrei
visto sarebbe stata la sua schiena muscolosa e soda stretta in quella maglietta
aderente allontanarsi.
- Non lo so…Ma non
voglio vederti piangere, Bella. –
Pronunciò il mio nome sussurrandolo come
una preghiera…ma ero stanca di credere a quello che esisteva solo nella mia
testa e non gli diedi peso.
- Tu non vuoi…Tu non hai
bisogno…Tu non puoi…Tu Tu Tu….Non sai pensare ad altro. Da quando ti sei chiuso in casa non parli
che a te stesso …di quello che non vuoi…e non di quello che desideri veramente.
-
Mi esprimevo lentamente…con calma… bisbigliando
appena.
Mi guardava a bocca aperta….aspirando le mie
parole una alla volta e sistemandole come un puzzle nella sua testa.
Taceva ora….e ascoltava.
- Ho lottato
Edward…non potrai mai capire quanto. Ci ho provato, ma sembra che a te importi
solo di te stesso e che io non esista più. -
Implacabile il dolore al ventre si fece
sentire più forte, annullando tutti gli altri.
Lessi la paura nel profondo ed intenso
verde dei suoi occhi e ne rimasi stupita.
Lo misi alla prova.
Dovevo farlo.
- Dov’è Rose? Perché
non è venuta? –
Vidi la paura trasformarsi in apprensione e
turbamento e le pieghe sulla fronte ne furono la conferma.
Aspettai paziente che desse voce alla sua
bella bocca.
La fissavo ipnotizzata.
Era splendida anche se tesa e ansiosa.
Mi distraeva.
Aveva il vizio di leccare e pizzicare tra i
denti le sue labbra quando era nervoso ed ora brillavano umide della sua stessa
saliva e arrossate in quella sua piega sensuale..
Avrei voluto toccarle.
Avrei voluto baciarle lentamente …morderle e…
Chiusi gli occhi e ruotai la testa
dall’altra parte.
Era troppo da sopportare.
Senza i miei occhi puntati sembrava aver ritrovato
il suo coraggio.
- Rose mi ha chiesto
qualche giorno di permesso. –
Non era stato lui quindi…ma lei a volerlo…
La serpe morse più a fondo due volte…e
dovetti trattenere il fiato per non urlare dal dolore…si rotolava godendo di
ogni mia sconfitta…
- E come mai? Forse
avermi in casa era troppo scomodo per voi due? –
Non misi l’ironia che avrei voluto in
quelle parole..perchè dentro me sapevo che la lotta era finita…Si trattava
soltanto di contare le vittime.
- Non è così…io credo…-
tentennava - Penso volesse lasciarci soli.. –
- Tu pensi? Ancora
non ti è chiaro quello che sta accadendo vero? – Mi girai nuovamente verso di
lui, non per combattere ma per uscirne chiarita fino in fondo.
- Perché?....Cosa…sta
succedendo? –
Angosciato aveva spalancato gli occhi e mi guardava
perso.
Rispondere a quella domanda aveva un sapore
definitivo e tremai…
Non potevo farlo…
Non era nelle mie forze.
- Se non lo riesci a
vederlo da te….significa che tutto è già successo Edward. –
Rotolai sul letto dandogli le spalle e la serpe
si rovesciò cambiando posizione.
Ne seguì un silenzio combattuto.
- Isabella…Tu non capisci…-
Sembrava disperato…
- E’ vero, non capisco.
Non ci riesco Edward. Vorrei tanto. –
Mi lamentai
gemendo sommessamente.
- Che non mi vuoi però
l’ho capito bene. – Feci una pausa….lui sospirava nervoso…passando le mani tra i
capelli…
- Lascio….Se vuoi che
ti rimanga lontana lo farò…Hai vinto tu. –
Dirlo mi uccise definitivamente.
La sua mano mi raggiunse afferrandomi forte
la spalla.
Mi costrinse a girarmi e a guardarlo in faccia….e
rimasi senza fiato di fronte all’angoscia che lessi in lui.
A stento riusciva a controllarsi e gli occhi
luccicavano di lacrime trattenute.
Apriva la bocca a vuoto…e tremava.
- Ma come fai a non capire…-
un lamento doloroso…che mi spezzò il cuore.
- L’ho fatto per te …Non
posso più essere quello che ero…io…so di cosa hai bisogno…-
Strinse forte gli occhi, come se scacciasse dalla mente un’immagine orribile.
Sapevo cosa stava vedendo …le mie colpe…la mia
vergogna, anche se insisteva a non dare loro un nome.
La mia serpe si dimenò vittoriosa, distruggendo
per sempre un’altra piccola parte di me.
Strinse il lenzuolo tra le dita quasi strappandolo.
Riaprì gli occhi e li piantò nei miei.
- Io non sono il mostro
che credi Edward. –
Piangevo senza freni ora…trattenermi non mi
era più possibile.
- La mia vita sei tu…e
questa di adesso…non è più vita per me. Quello che mi neghi è la sola cosa di cui ho bisogno…te. –
Afferrai disperatamente le sue mani e le strinsi
sul mio viso.
Lui si avvicinò stringendomi.
Appoggiò la fronte sulla mia e baciò le dita
delle mie mani….disperatamente….tenendo sempre gli occhi chiusi.
Lo guardai…
Così vicino..
Così reale…
- Guardami…ti prego. –
Lo implorai sottovoce.
Mi abbandonai al suo sguardo…e attirandolo a
me lo baciai.
Un bacio urgente…profondo…bagnato dal pianto
di entrambi che ci lasciò senza fiato fronte contro fronte.
Sorrisi tra le lacrime…lui con me.
- Ci proverò piccola…ma
ti prego…Non dire più che mi lascerai… - Ansimava e rideva piano…complice.
- Mai più…- E afferrandomi
di nuovo sciolse la sua lingua sulla mia.
Forse era ancora possibile…
Forse mi avrebbe amata ancora…..
ciaoooo..capitolo molto bello,struggente,edward pensa che nelle sue condizioni non potra amare piu bella,spero che si ritrovino,si amano e insieme affrohteranno tutto.maria50.
RispondiEliminaSenza parole .... e finalmente arriva un po' di sofferta felicità!! Che capitolo Francies .... travolgente.
RispondiEliminacavolo, si è mosso. Finalmente, era ora. Cosa stava aspettando???
RispondiEliminaSono profondamente commossa.
Mossa giusta Edward, mossa giusta!
Brava Fra, che intensità in questo capitolo.
wow che sofferenza prima e poi un pianto liberatorio x entrambi dopo ..piccola ci proverò ...ma ti prego..nn dire più che mi lascerai ... donna sei grande nn mi stancherò mia di dirlo ;)
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiEliminava bhè... va bhè ...tanto lo sapevo che sei una gran romantica! e forse questa storia è proprio giusta così! scritta come al solito benissimo!!!
RispondiEliminava bhè... va bhè ...tanto lo sapevo che sei una gran romantica! e forse questa storia è proprio giusta così! scritta come al solito benissimo!!!
RispondiEliminabello... bellissimo, splendido.... come faccio ora ad aspettare che tu posti il prossimo? questa storia anche se carica di sofferenza mi fa sognare... ed anche un pò incazzare... continua così adoro il tuo modo di scrivere!!
RispondiEliminaChe capitolo intenso!!! Forse qualcosa inizia a muoversi finalmente...almeno non è scappato via, no? Grande Fra, ti adoro!!! Emma
RispondiEliminaBel capitolo Frà complimenti...finalmente dopo taaante peripezie e incomprensioni si sono ritrovati e comunque la prte più bella è il finale dove finalmente lui gli dichiara che non può stare senza di lei e poi il bacio è stato il tocco finale perfetto...Non vedo l'ora di leggere il prossimo aggiornamento ;-)
RispondiEliminaSto' piangendo Fra!!!! Nn ti dico altro...sei fantastica
RispondiEliminaMitica, la mia guru, è semplicemente mitica.
RispondiEliminaSono sicura che Robert sarebbe orgoglioso di recitare questo Edward! E non dico altro, ho detto tutto.
PEPEPPEPEPE PEPPEPEPE PEPE!!!!!!FINALMENTE!!!!!!!!!!!!!!!!!!FRANCIES NN CI LASCIARE TROPPO CO, FIATO SOSPESO PERFAVORE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!BELLO BELLO BELLO BELLO BELLO BELLO BELLO BELLO
RispondiEliminane ho goduto ogni rigo, ogni parola....uno dei capitoli più belli che abbia mai letto! La sofferenza di lei è così palpabile che quasi le perdono le sue colpe!
RispondiEliminaGrande la similitudine della serpe, quando le emozioni si fanno profonde diventano viscerali <3 sei Grande!
Mamma mia, mamma mia...che tremore nell'anima a leggere...Brava..davvero..brava.
RispondiElimina