martedì 31 gennaio 2012

Capitolo 16


Capitolo 16 – Isabella





Mi trascinavo lungo il corridoio appena illuminato dalla nascente luce del mattino che filtrava dalla grande finestra del salone.
La mia immagine si rifletteva come un’ombra distorta alla parete, mentre zoppicavo per il dolore sempre più intenso al ginocchio.
Mi appoggiai al muro e la mia ombra sembrò allungare la mano per venirmi in aiuto.
Palmo a palmo mi sostenne….
Le tempie mi pulsavano e tutti i muscoli sembrarono arrendersi…e abbandonarmi.
Poteva un uomo essere così contorto da cambiare atteggiamento in pochi istanti?...
Mi aveva presa e poi lasciata…ridato la vita e poi nuovamente uccisa….
Portai le mani alla fronte appoggiando la schiena alla parete per alleviare il peso sulla gamba.
Ero stanca.
Chiusi gli occhi e la mia mente mi regalò quell’ultimo istante di poesia intensa che le sue labbra sulle mie mi avevano donato.
Quegli occhi spaventati sembravano supplicarmi ed io mi ero perduta completamente in quel mare d’inverno, credendo per un attimo di averlo ritrovato.
Era stato bellissimo…
La sua bocca …
Il suo respiro caldo che accarezzava le nostre labbra in una esitante richiesta.
Il suo sapore…unico…indimenticabile…
Un bacio tanto intenso da strapparmi l’aria dai polmoni e portarsi via la mia vita.
Mi accarezzai le labbra e compresi quanto mi mancasse.
 Quanto fosse forte e reale il bisogno di lui….del contatto.
Appena le nostre lingue si erano accarezzate, l’energia tra noi era esplosa ….avevo dimenticato tutto quello che avevo intorno ….e staccarmene così bruscamente mi aveva devastata.
Nella stanza dove lui si era chiuso regnava il silenzio…
Edward….
Quanto tempo buttato al vento e rubato alle nostre vite…per una debolezza…una paura radicata che lo stava portando inesorabilmente ad allontanarsi da tutto.
Lo odiavo per questo…
Avrei voluto buttar giù quella porta a calci….prenderlo per le spalle e urlargli che la vita era la nostra e non soltanto la sua…e che quello che stava facendo distruggeva ogni nostro futuro.
Forse… già lo aveva fatto… irrimediabilmente.
Sollevai gli occhi dal pavimento e ritrovai quelli di Eleonor che da chissà quanto tempo mi stava fissando all’altro lato del corridoio.
- Tutto bene Signora? Vuole che chiami il dottore? –
Si contorceva le mani sul grembiule candido che indossava ogni giorno…preoccupata di aver mancato in qualche cosa.
Piccola…insignificante.
Ancora mi chiedevo perchè l’avessi assunta.
- Credo non sia necessario Eleonor…Lui sta bene. -
Ero io ad essere distrutta.
- Mi scusi Signora, ma la signorina Rose non è ancora arrivata…Sapete qualcosa? Magari lei saprebbe cosa fare. –
Non osava avvicinarsi e da lì non riuscivo a vedere bene l’espressione del suo viso.
Guardai l’orologio alla parete.
Le otto erano passate da alcuni minuti e non so perchè… il fatto che Rose non si fosse presentata non mi sorprese.
Odiai pure lei…e per qualche perverso motivo sperai fosse stato Edward a cacciarla per sempre dalla nostra casa.
Quella donna non mi era mai piaciuta…ed io a lei.
Lo sapevamo entrambe che tra noi non c’era affinità e la scoperta della sera prima non aveva fatto che cancellare per sempre ogni possibilità di avvicinamento.
La rabbia mi assalì e la gelosia mi travolse…. mi fece ritrovare le forze.
A lei tutto era stato concesso  e a me tutto era negato…
Tutto l’amore che gli avevo dimostrato non era valso ad avere nemmeno il diritto di rivolgergli la parola…
per mesi interi…
lunghi interminabili giorni …
nei quali mi ero consumata nelle ricerca di un varco per entrare nel suo mondo…
Alla fine avevo ceduto…e mi ero persa nella fogna che meritavo….
Scansai Eleonor senza rivolgerle la parola e mi diressi in camera dove, riposto sopra al comodino,  avevo visto il telefono di Edward.
Volevo sapere…
Dovevo sapere se a chiamare fosse stata lei oppure Edward.
Passai la soglia trascinandomi dietro la gamba dolorante e afferrai il piccolo apparecchio….unico legame che Edward aveva col mondo esterno.
Non mi ero mai sognata di controllare se lo usasse o meno…ma non ero quasi mai in casa di giorno ….quindi non potevo saperlo.
Premetti il pulsante di accensione e attesi quei pochi secondi…
Il telefono prese vita e cercai nel registro delle chiamate….
Ultima in uscita…..Rosalie…
Guardai il display come se potesse rivelarmi il contenuto della loro conversazione …poi lo lasciai scivolare dalle mani …impotente…gettandolo sopra le lenzuola intatte del suo letto.
Mi sedetti lentamente sulla sponda del mio… lì a fianco.
Cosa le aveva detto? Volevo le parole esatte.
Maledizione…. cosa cazzo le aveva detto per non farla venire al lavoro?….
Impazzivo all’idea che l’avesse chiamata proprio pochi istanti dopo avermi lasciata sola nel mio letto…
L’ennesimo rifiuto…
Non lo potevo nemmeno sfiorare...
Ohh la sua pelle sotto le mie dita…morbida e calda…
Lei lo massaggiava…lo lavava…gli metteva le mani ovunque.
Lei poteva tutto….
Mi rannicchiai sotto le lenzuola e le sollevai fino a coprirmi la testa.
La spalla mi doleva e lamentandomi dovetti girarmi sull’altro fianco …costringendomi così a guardare dalla parte dove dormiva Edward.
Era intatto.
Realizzai che doveva essere rimasto accanto a me tutta la notte…
Tenendomi la mano tutto il tempo…
Lui poteva farlo….io no..
Quel pensiero mi addolcì distraendomi …e gli occhi mi si riempirono di lacrime silenziose.
Il risveglio era stato dolcissimo…
Non ci potevo credere quando tra le dita avevo avvertito le sue.
Le conoscevo bene…non era stato necessario aprire gli occhi per capire che quelle mani fossero le sue….erano inconfondibili.
Lunghe ed eleganti …agivano di vita propria e mi prendevo gioco sempre del modo buffo che aveva di muoverle….e che adoravo infinitamente.
Rimanevo incantata a guardare come librava quelle dita sopra i tasti del pianoforte …giocando a rincorrere le note di brani che vivevano solo dentro la sua testa.
Improvvisava …diceva.
Ma io sapevo quanto lavoro ci fosse dietro quella arie intense e nostalgiche.
Erano la voce che aveva dentro…il suo immenso cuore ardente….
Anche quando scriveva i suoi racconti  sembrava suonare una melodia…
Lui stesso era melodia.
Il suo corpo era melodia…
La melodia più dolce e struggente che avessi mai sentito.
Mi asciugai le lacrime col dorso della mano e senza curarmi di quello che avrebbe pensato Eleonor usai il lenzuolo stesso per pulirmi il viso.
Chissà cosa stava facendo Edward chiuso in quella stanza.
Cosa stava pensando?
Perché era così codardo da non affrontare la cosa guardandomi in faccia e dandomi la possibilità di dirgli quello che provavo?
Mi convinsi ad affrontarlo… strappandolo dalla sua tana.
Feci per alzarmi, ma non appena appoggiai il piede a terra il telefono di Edward cominciò a squillare…un trillo tanto basso che faticai quasi a sentirlo.
Vedevo lampeggiare il display…e mi avvicinai titubante...
Jasper....buio
Jasper....buio
Jasper....buio
Jasper....buio
Permisi all’aria trattenuta di uscire dalla mia bocca e afferrandolo risposi.
- Pronto Jasper. –
- Tesoro…sei tu, che sorpresa. Come stai questa mattina? –
Affabile e gentile come sempre la sua voce amica mi strappò un breve sorriso.
- Oh! Direi che potrebbe andare molto meglio…tu che dici? –
- Certamente non deve essere molto piacevole, ma cerca di vedere il lato positivo. Avrai un po’ di tempo da dedicare a tuo marito…non sei felice? –
Rimasi in silenzio quell’attimo di troppo e lui se ne accorse.
- Non sta andando bene eh? Che succede piccola…Quell’idiota di mio fratello ti fa dannare?-
 La sua voce era calma…cercava di confortarmi e per questo lo adorai.
- Ci siamo baciati. –
Pronunciai quelle tre parole scoppiando a piangere un’altra volta.
Avevo bisogno di dirlo a qualcuno.
 Qualcuno che ci conoscesse bene  e che potesse comprendere tutto quello che stavo passando e che ciò significava.
- Vi siete baciati? …Veramente?- Era sorpreso.
Cercavo di trattenere i singhiozzi che premevano in gola e lo sforzo sembrò servire.
- Aspetta un momento Bella…-
Aveva coperto la cornetta e parlava con qualcuno, ma non riuscivo a capire una parola….immaginai subito di chi si trattasse. Alcuni rumori e brontolii annunciarono e  confermarono il mio sospetto. Alice.
- Bella? –
Lo squillo della sua voce mi costrinse ad allontanare il cellulare dall’orecchio.
- Alice…ciao. E’ un po’ che non ci si sente. –
- Oh tesoro…come stai? Quell’orso di mio marito mi ha detto soltanto adesso del tuo incidente di ieri sera, Stai bene? Me lo sentivo che prima o poi sarebbe successo…Ti ha baciata?...Oh mi devi raccontare tutto perché Jasper non scuce quella sua boccaccia nemmeno sotto tortura. E Edward come sta? E lì con te? Io vi devo vedere…è inconcepibile che in tutti questi mesi non ci si sia sentiti nemmeno per un drink. Esigo di vedervi. Sei ancora lì? …..Pronto… Bella? –
Sorrisi assistendo impotente ad uno dei suoi famosi monologhi…
Lei era così.
Tenera e dolce, ma insaziabile di vita e di parole.
L’adoravo per la sua generosità e per il grande affetto che provava per noi…inalterato nonostante l’isolamento degli ultimi mesi e la forzata reclusione di Edward.
-             Alice…ti prego. Una domanda alla volta. Sto abbastanza bene a parte qualche botta qua e là e…. Edward sta benissimo. –
 Mentii per non sentire improperi nei suoi confronti.
-             Ma ti ha baciata? Allora siete di nuovo felici? Tutto sistemato?–
Candida come soltanto lei poteva essere distrusse quel po’ di buonumore che avevo conquistato ascoltando le loro voci amiche.
-             Oh Alice…Se fosse così facile sarebbe accaduto molto tempo fa. –
E scoppiai in singhiozzi…
 Le parole uscivano come lamenti e senza più freni lasciai che quella mia unica amica ascoltasse la mia pena.
- Isabella devi dargli tempo…-
 La voce di Jasper tuonò in sottofondo urlando che di tempo ne aveva avuto abbastanza e che Edward doveva darsi una svegliata.
 Sorrisi tra le lacrime…ma fu solo un istante e ripresi a singhiozzare.
- Sta zitto Jasper! – poi a me - Ma hai detto che ti ha baciata…no? –
Ricordai….e gemetti.
- Si Alice…mi ha baciata…Ma ora è chiuso nel suo studio e si rifiuta di parlarmi. Mi sento morire…non puoi immaginare come mi sento.
Non so più cosa fare Alice…non mi vuole….io credo…-
 La voce mi si ruppe singhiozzando  e cercai di riprendere il controllo facendo profondi respiri.
Tirai su col naso senza tante cerimonie e poi continuai.
- Credo che sia finita…-
Fu soltanto un bisbiglio…che cadde dalla mia bocca schiantandosi a terra..tale era il peso di ciò che significava.
Il pensiero prese forma nella mia testa e attraverso la gola scivolò nella pancia annidandosi come una tenia.
Prese a nutrirsi di me dall’interno e potevo sentire i morsi di quel verme divorarmi.
Non piangevo più…sentivo solo il battito lento del mio cuore e il rumore dell’aria che entrava ed usciva dalla mia bocca solo per istinto.
Persi la volontà…e mi lasciai avvolgere da quel senso di vuoto.
Mi girava la testa…
La nausea accompagnava il pasto di quell’essere che mi dilaniava…
Ma non mi importava…
Non mi importava più di niente…
Che si mangiasse pure tutto di me…
Io non ero niente…
Senza di lui non ero niente…
Non mi voleva.
Era finita. Il telefono mi cadde dalle mani schiantandosi a terra.
- Isabella…- Mi voltai e lo vidi.
Era lì sulla sua sedia…fermo sulla soglia della camera e mi guardava.
Incrociai il suo sguardo sofferto  per un istante…ma la nebbia che mi velava gli occhi non mi permise di vedere altro.
Solo una indistinta macchia grigia che dilatandosi univa il suo corpo ai vestiti scuri che lo contenevano…
- Perché  piangi? – La sua voce era dura…contratta.
Era arrabbiato?...Non capivo.
Lasciai che aspettasse la risposta….
Non mi importava di spiegargli niente…
Non ci volevo nemmeno provare…
Tanto non avrebbe ascoltato.
Come sempre…
Era tutto inutile.
Il lento masticare della dolorosa serpe che avevo dentro mi annullava.
Il ginocchio cominciò a pulsarmi e mi lasciai cadere indietro sui cuscini del letto…il mio viso una maschera muta.
E’ finita…
E’ finita…
E’ finita…
Il pensiero… come un’eco rimbalzava da una parte all’altra del mio cervello lasciando ferite sanguinanti….e poi di nuovo il nulla.
- Rispondimi Isabella…perché stai piangendo? –
Aveva urlato e la sua voce mi trafiggeva aggiungendo dolore al dolore.
Si era avvicinato velocemente ed ora era al mio fianco.
Voltai la testa sul cuscino per guardarlo e quel che vidi fu il riflesso di me stessa.
Era pallido e la linea quadrata della mascella risaltava coi suoi spigoli arrotondati…
Era bellissimo…
Era l’uomo che amavo..
L’unico uomo che avessi mai amato.
Ma non mi voleva…non più…
- Cosa vuoi da me Edward? Veramente. Cosa vuoi che faccia?–
 La mia voce un sussurro.
 Davo per scontato che girasse sulle sue ruote di gomma e che l’ultima cosa che avrei visto sarebbe stata la sua schiena muscolosa e soda stretta in quella maglietta aderente allontanarsi.
- Non lo so…Ma non voglio vederti piangere, Bella. –
Pronunciò il mio nome sussurrandolo come una preghiera…ma ero stanca di credere a quello che esisteva solo nella mia testa e non gli diedi peso.
- Tu non vuoi…Tu non hai bisogno…Tu non puoi…Tu Tu Tu….Non sai pensare ad  altro. Da quando ti sei chiuso in casa non parli che a te stesso …di quello che non vuoi…e non di quello che desideri veramente. -
Mi esprimevo lentamente…con calma… bisbigliando appena.
Mi guardava a bocca aperta….aspirando le mie parole una alla volta e sistemandole come un puzzle nella sua testa.
Taceva ora….e ascoltava.
- Ho lottato Edward…non potrai mai capire quanto. Ci ho provato, ma sembra che a te importi solo di te stesso e che io non esista più. -
 Implacabile il dolore al ventre si fece sentire più forte, annullando tutti gli altri.
Lessi la paura nel profondo ed intenso verde dei suoi occhi e ne rimasi stupita.
Lo misi alla prova.
Dovevo farlo.
- Dov’è Rose? Perché non è venuta? –
Vidi la paura trasformarsi in apprensione e turbamento e le pieghe sulla fronte ne furono la conferma.
Aspettai paziente che desse voce alla sua bella bocca.
La fissavo ipnotizzata.
Era splendida anche se tesa e ansiosa.
Mi distraeva.
Aveva il vizio di leccare e pizzicare tra i denti le sue labbra quando era nervoso ed ora brillavano umide della sua stessa saliva e arrossate in quella sua piega sensuale..
Avrei voluto toccarle.
Avrei voluto baciarle lentamente …morderle e…
Chiusi gli occhi e ruotai la testa dall’altra parte.
Era troppo da sopportare.
Senza i miei occhi puntati sembrava aver ritrovato il suo coraggio.
- Rose mi ha chiesto qualche giorno di permesso. –
Non era stato lui quindi…ma lei a volerlo…
La serpe morse più a fondo due volte…e dovetti trattenere il fiato per non urlare dal dolore…si rotolava godendo di ogni mia sconfitta…
- E come mai? Forse avermi in casa era troppo scomodo per voi due? –
Non misi l’ironia che avrei voluto in quelle parole..perchè dentro me sapevo che la lotta era finita…Si trattava soltanto di contare le vittime.
- Non è così…io credo…- tentennava - Penso volesse lasciarci soli.. –
- Tu pensi? Ancora non ti è chiaro quello che sta accadendo vero? – Mi girai nuovamente verso di lui, non per combattere ma per uscirne chiarita fino in fondo.
- Perché?....Cosa…sta succedendo? –
Angosciato aveva spalancato gli occhi e mi guardava perso.
Rispondere a quella domanda aveva un sapore definitivo e tremai…
Non potevo farlo…
Non era nelle mie forze.
- Se non lo riesci a vederlo da te….significa che tutto è già successo Edward. –
Rotolai sul letto dandogli le spalle e la serpe si rovesciò cambiando posizione.
Ne seguì un silenzio combattuto.
- Isabella…Tu non capisci…- Sembrava disperato…
- E’ vero, non capisco. Non ci riesco Edward. Vorrei tanto. –
 Mi lamentai gemendo sommessamente.
- Che non mi vuoi però l’ho capito bene. – Feci una pausa….lui sospirava nervoso…passando le mani tra i capelli…
- Lascio….Se vuoi che ti rimanga lontana lo farò…Hai vinto tu. –
Dirlo mi uccise definitivamente.
La sua mano mi raggiunse afferrandomi forte la spalla.
Mi costrinse a girarmi e a guardarlo in faccia….e rimasi senza fiato di fronte all’angoscia che lessi in lui.
A stento riusciva a controllarsi e gli occhi luccicavano di lacrime trattenute.
Apriva la bocca a vuoto…e tremava.
- Ma come fai a non capire…- un lamento doloroso…che mi spezzò il cuore.
- L’ho fatto per te …Non posso più essere quello che ero…io…so di cosa hai bisogno…-
Strinse forte gli occhi,  come se scacciasse dalla mente un’immagine orribile.
Sapevo cosa stava vedendo …le mie colpe…la mia vergogna, anche se insisteva a non dare loro un nome.
La mia serpe si dimenò vittoriosa, distruggendo per sempre un’altra piccola parte di me.
Strinse il lenzuolo tra le dita quasi strappandolo.
Riaprì gli occhi e li piantò nei miei.
- Io non sono il mostro che credi Edward. –
Piangevo senza freni ora…trattenermi non mi era più possibile.
- La mia vita sei tu…e questa di adesso…non è più vita per me. Quello che  mi neghi è la sola cosa di cui ho bisogno…te. –
Afferrai disperatamente le sue mani e le strinsi sul mio viso.
Lui si avvicinò stringendomi.
Appoggiò la fronte sulla mia e baciò le dita delle mie mani….disperatamente….tenendo sempre gli occhi chiusi.
Lo guardai…
Così vicino..
Così reale…
- Guardami…ti prego. – Lo implorai sottovoce.
Mi abbandonai al suo sguardo…e attirandolo a me lo baciai.
Un bacio urgente…profondo…bagnato dal pianto di entrambi che ci lasciò senza fiato fronte contro fronte.
Sorrisi tra le lacrime…lui con me.
- Ci proverò piccola…ma ti prego…Non dire più che mi lascerai… - Ansimava e rideva piano…complice.
- Mai più…- E afferrandomi di nuovo sciolse la sua lingua sulla mia.
Forse era ancora possibile…
Forse mi avrebbe amata ancora…..

15 commenti:

  1. ciaoooo..capitolo molto bello,struggente,edward pensa che nelle sue condizioni non potra amare piu bella,spero che si ritrovino,si amano e insieme affrohteranno tutto.maria50.

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  2. Senza parole .... e finalmente arriva un po' di sofferta felicità!! Che capitolo Francies .... travolgente.

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  3. cavolo, si è mosso. Finalmente, era ora. Cosa stava aspettando???
    Sono profondamente commossa.
    Mossa giusta Edward, mossa giusta!
    Brava Fra, che intensità in questo capitolo.

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  4. wow che sofferenza prima e poi un pianto liberatorio x entrambi dopo ..piccola ci proverò ...ma ti prego..nn dire più che mi lascerai ... donna sei grande nn mi stancherò mia di dirlo ;)

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  5. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  6. va bhè... va bhè ...tanto lo sapevo che sei una gran romantica! e forse questa storia è proprio giusta così! scritta come al solito benissimo!!!

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  7. va bhè... va bhè ...tanto lo sapevo che sei una gran romantica! e forse questa storia è proprio giusta così! scritta come al solito benissimo!!!

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  8. bello... bellissimo, splendido.... come faccio ora ad aspettare che tu posti il prossimo? questa storia anche se carica di sofferenza mi fa sognare... ed anche un pò incazzare... continua così adoro il tuo modo di scrivere!!

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  9. Che capitolo intenso!!! Forse qualcosa inizia a muoversi finalmente...almeno non è scappato via, no? Grande Fra, ti adoro!!! Emma

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  10. Bel capitolo Frà complimenti...finalmente dopo taaante peripezie e incomprensioni si sono ritrovati e comunque la prte più bella è il finale dove finalmente lui gli dichiara che non può stare senza di lei e poi il bacio è stato il tocco finale perfetto...Non vedo l'ora di leggere il prossimo aggiornamento ;-)

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  11. Sto' piangendo Fra!!!! Nn ti dico altro...sei fantastica

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  12. Mitica, la mia guru, è semplicemente mitica.
    Sono sicura che Robert sarebbe orgoglioso di recitare questo Edward! E non dico altro, ho detto tutto.

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  13. PEPEPPEPEPE PEPPEPEPE PEPE!!!!!!FINALMENTE!!!!!!!!!!!!!!!!!!FRANCIES NN CI LASCIARE TROPPO CO, FIATO SOSPESO PERFAVORE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!BELLO BELLO BELLO BELLO BELLO BELLO BELLO BELLO

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  14. ne ho goduto ogni rigo, ogni parola....uno dei capitoli più belli che abbia mai letto! La sofferenza di lei è così palpabile che quasi le perdono le sue colpe!
    Grande la similitudine della serpe, quando le emozioni si fanno profonde diventano viscerali <3 sei Grande!

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  15. Mamma mia, mamma mia...che tremore nell'anima a leggere...Brava..davvero..brava.

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