Capitolo
24 – Isabella
Quei giorni di attesa trascorsero
velocemente, mentre mi immergevo nelle mie carte per sistemare ogni cosa prima
della partenza.
In
ufficio sembrava che nessuno avesse da ridire circa il periodo di pausa che
avevo deciso di prendermi senza preavviso, a parte James che in ogni istante della
giornata si presentava alla mia porta per chiedermi se fossi davvero sicura di
fare la cosa giusta.
A suo parere la preparazione al processo
avrebbe avuto bisogno di più cura, di più tempo e lo spaventava sapere di non
avermi a portata di mano per dissolvere ogni sua perplessità.
Faceva affidamento su di me per portare a
buon fine tutto il suo lavoro e quello dei nostri collaboratori e non lo avevo
mai visto tanto nervoso come da quando aveva saputo che mi sarei allontanata
per un po’.
Il mattino presto ci trovavamo nel mio
ufficio per definire tutti i dettagli sulle deposizioni dei testimoni e, dopo
un pranzo veloce, passavamo la giornata gomito a gomito a ripercorrere tutti i
documenti raccolti in quei mesi e a fare telefonate. Il più delle volte andavamo
a pranzo nel ristorantino italiano nel quale mi aveva già portato, dove aveva
intessuto una relazione ancora vacillante con un avvenente cameriere di Roma
che a parer suo era cotto di lui.
La compagnia di James allontanava per
qualche ora la consapevolezza di Edward insieme a Rosalie, anche se in fondo
alla mia mente rimaneva un pensiero fisso e luminoso.
James faceva di tutto per distrarmi,
ricorreva ad ogni forma di espediente per concentrare l’attenzione su quel che
stavamo facendo, ma nonostante ciò, saperli soli o quasi nel nostro
appartamento, mi faceva impazzire.
Edward mi aveva implorato di essere
paziente e di credere alla sua versione dei fatti ed io, che di colpe da farmi perdonare
ne avevo fin troppe, avevo dovuto cedere controvoglia…e a fatica, ingoiando la
frustrazione che la situazione mi generava.
Apprendere la notizia che Rose sarebbe
venuta al lago mi aveva fatto uscire di testa e quel chiodo fisso di lei sempre
presente tra di noi, non mi abbandonava
mai, anche se facevo di tutto per cancellarlo dalla mia testa.
Edward era al settimo cielo e non vedeva
l’ora di partire, finalmente deciso a lasciare quella prigione dorata nella
quale si era rinchiuso consapevolmente. Eleonor stava preparando tutte le
nostre cose da portare via e ogni giorno lui cambiava idea, rivoluzionando quel
che aveva già messo da parte, come un bambino capriccioso al quale si chiede di
scegliere i giocattoli da portare in
vacanza e che non riesce a decidere quali.
Alcune attrezzature della palestra erano
state ritirate per essere installate nella casa al lago e anche se io avevo
protestato, asserendo sarebbero potute servire al ritorno, Jasper mi aveva
assicurato che al rientro Edward non avrebbe più avuto bisogno di niente.
La sua positività aveva ampiamente sedato
ogni dubbio da parte nostra sul buon esito della “vacanza- terapia” e questo
stato di fiducia cieca aveva sortito in Edward un cambiamento incredibile, del
quale ancora non mi capacitavo.
Era raggiante, energico e già aveva
raggiunto qualche traguardo.
La sera rientravo sempre alla stessa ora,
nonostante le richieste continue di James a prolungare l’orario di lavoro.
Il
trascorrere dei giorni lo metteva in agitazione e viveva la mia partenza come
la più terribile delle sventure.
Potevo capirlo, ma non volevo assecondarlo.
Avremmo avuto tutto il tempo di definire i
dettagli prima di settembre.
Jasper mi aveva assicurato che per allora
Edward si sarebbe ripreso quasi del tutto. E questo lo volevo…più di ogni altra
cosa al mondo.
Nonostante tenessi molto al mio lavoro,
sentivo ogni giorno di più crescere il desiderio di allontanarmene, per potermi
dedicare completamente all’uomo che amavo e di cui avevo immenso bisogno.
Entrando in casa la sera, trovavo Edward al
pianoforte ad aspettarmi, con i calici di vino già versato come aperitivo prima di cena.
Le note fluttuavano sciogliendosi nell’aria
e quel profumo di ricordi e di fremente attesa fuse insieme, allietavano e
nutrivano un futuro pieno di promesse. Quel sorriso, che Edward mi regalava
sollevando gli occhi dai tasti del pianoforte, mi appagava della profonda inquietudine
che dovevo sostenere durante le mie interminabili giornate fuori casa.
Vi leggevo tutto l’amore di cui avevo
bisogno e una richiesta di aiuto che mi stringeva il cuore, esaudendo una
speranza che mi aveva accompagnata per tutti quei mesi.
Riaverlo con me.
Incrociavo Rose solamente al mattino prima
di uscire di casa.
La nostra
discussione, avvenuta un paio di settimane prima, aveva messo bene in chiaro
quello che mi aspettavo da lei nel prossimo futuro..
Aveva ascoltato in
silenzio ogni cosa avevo da dirgli e soltanto alla fine mi aveva assicurato che
non avrebbe in alcun modo interferito con il nostro soggiorno, se non per le
mansioni che le competevano.
Non le avevo
chiesto niente di quella famosa sera.
Lei aveva cercato
di scusarsi in qualche modo, ma io non glielo avevo permesso.
Odiavo anche
soltanto il suono della sua voce e meno la sentivo, meglio stavo.
Edward in quelle
due settimane aveva dato fondo a tutte le sue energie e anche se sfinito e
dolorante, aveva cominciato a muovere buona parte della muscolatura offesa.
Ero molto fiera di
lui.
La sera prima della
partenza avevo deciso di rientrare più presto, convinta di trovare Edward già
seduto al pianoforte, ma invece quando aprii la porta nell’aria non vi era
alcuna nota.
Accostai piano il
battente e mi avvicinai al brusio di voci che sentivo provenire dalla palestra.
Rimasi in disparte
nel corridoio, cercando di cogliere i discorsi tra Edward e Rose che, nonostante
l’orario che le competeva fosse andato oltre, si trovava ancora
nell’appartamento.
- Domani è il gran
giorno, sei contento di partire? –
Rose era in piedi,
appoggiata alla panca da massaggio, le mani strette al cuscino steso sopra. I
capelli severamente raccolti e gli occhiali spessi sempre al loro posto. Il
camice era aperto, probabilmente si stava preparando per andarsene prima di
iniziare quello scambio di battute.
- Fino a ieri ero
tranquillo, ma oggi mi sento un po’…nervoso. –
- E perché dovresti
esserlo? Jasper ti ha detto che andrà tutto bene no? –
- Si, lo so, ma…è da
una vita che non esco di casa…e la cosa mi spaventa. –
Edward doveva aver
finito il suo bagno da poco. La luce si rifletteva sui capelli ancora bagnati e
pettinati indietro, mettendo in evidenza le linee, dolci e severe insieme, del
suo splendido volto. Indossava una maglietta aderente e i pantaloni morbidi della
tuta.
- Andrà tutto a
meraviglia, ne sono sicura. E’ tutto organizzato. Devi soltanto seguire quello
che ti dice…ed è fatta. Avrai tutto il sostegno che ti sarà necessario, sia
medico che affettivo. Tua moglie ti starà vicina e alla fine riavrai la tua vita.
Non era quello che volevi? –
Appoggiai le spalle
al muro e chiusi gli occhi in attesa della sua risposta…che però non venne.
- Che c’è che non va
Edward? –
Notai la voce di
Rose abbassarsi, complice, quasi la risposta dovesse rimanere un segreto svelato
a lei soltanto. La cosa mi ferì e mi mandò in bestia allo stesso tempo. Mi
costrinsi ad ascoltare, deglutendo l’amarezza che il silenzio di Edward mi
aveva creato dentro.
- Niente…non c’è
niente che non va. Solo che…-
- Che cosa?- Tornai
ad osservarli nascosta.
- Che… ho paura… –
Aveva gettato
quelle parole fuori dai denti, lasciandole rotolare come dadi. Guardava a
terra, fissando un punto immaginario, quasi si aspettasse di scoprire se la
sorte gli avrebbe rivelato i fortunati numeri del suo destino..
Non mi aveva
confidato nulla nelle lunghe notti in cui eravamo rimasti abbracciati nel buio
aprendo i nostri cuori…forse non si fidava di me?
Rose sorrise
comprensiva e si chinò di fronte a lui piegandosi sulle ginocchia.
Mi veniva da
vomitare a guardare quanto fosse intensa la loro intesa, ma mi controllai,
perché volevo ascoltare fino in fondo quel che avevano da dirsi.
- Avere paura è un
segno di sensibilità e intelligenza, se così non fosse saresti un incosciente e
uno stupido. –
- Tu la fai facile. -
- Ma finiscila Edward,
devi stare tranquillo. Ti posso assicurare del fatto che andrà tutto come
pianificato e che poi sarai libero. –
E finalmente io mi
sarei liberata di lei.
- Niente più
ginnastica…attrezzi…dottori…niente.- Continuò.
Edward aveva
afferrato le sue mani e si era sporto in avanti per parlarle occhi negli occhi.
Rimasi nell’ombra di quel corridoio che sembrava inghiottirmi, la gola
improvvisamente secca e il fiato assente per non disturbare l’ascolto. Pochi
istanti di silenzio nei quali i loro occhi parlavano tra loro una lingua che
non conoscevo. Mi feci violenza rimanendo immobile a guardare la scena.
- Rose, voglio
ringraziarti. –
- Non ce n’è bisogno
Edward, è il mio lavoro. – Rose aveva abbassato gli occhi. Edward li richiamò
sollevando le sue mani.
- Non dire così, lo
sai cosa intendo. Se non avessi avuto tutta la pazienza che hai dimostrato in
questi mesi io non sarei dove sono…e non voglio nemmeno immaginare cosa sarebbe
potuto accadere. –
- E’… soltanto quello
che ogni mio collega avrebbe fatto al mio posto, credimi. –
Era corretta,
almeno questo glielo dovevo.
Anche se guardarla
in faccia mi dava la nausea, dovevo ammettere che in quei lunghi mesi erano
state più le mie fantasie che altro a portarmi alla sua condanna e a parte
quell’episodio isolato, del quale ancora non trovavo valida ragione, la sua
condotta era stata ineccepibile…eppure…c’era quel qualcosa in lei che mi
metteva in allarme e quella sensazione di pericolo non mi abbandonava mai. Non
negai a me stessa che forse la ragione dell’astio che provavo nei suoi
confronti era dettato dagli sguardi inquisitori che mi aveva lanciato durante
tutto il tempo della sua permanenza in casa nostra.
Lei sapeva.
Oppure immaginava
soltanto.
Non mi interessava,
la cosa non la riguardava e quindi non aveva il diritto di giudicarmi.
Riportai
l’attenzione su di loro.
- So che
probabilmente mia moglie mi ucciderebbe, ma…sono contento di sapere che al lago
ci sarai anche tu, mi fa stare più tranquillo, perché so di contare sempre sul
tuo appoggio e la tua professionalità. –
Il sangue defluì ai
piedi, gelando ogni mia reazione.
Come una statua
rimasi a guardare.
- Tua moglie ti ama
molto Edward e ti aiuterà tantissimo se glielo permetterai. Devi pensare
soltanto a questo e vedrai che la tua paura svanirà. –
La odiavo perchè
esisteva, non per quello che diceva. Aveva senso?
- Lo so Rose , l’amo
anch’io tu non immagini quanto, ma se poi alla fine la situazione…tu sai cosa
intendo..non cambiasse? La deluderei…mio dio non voglio nemmeno pensarci –
- Ecco, bravo, non
pensare. Forse faresti meglio a credere che tutto si sistemerà e che a tua
moglie interessi come sei…e non come eri una volta. Tutti cambiamo Edward nel
corso degli anni, anche chi non ha avuto nessun incidente, quindi smettila di
compatirti e comincia a pensare che a volte il cambiamento è salutare..mmh? –
La vidi sollevarsi
e togliere il camice con disinvoltura.
Si muoveva come una
sirena e l’abito azzurro polvere che indossava le cadeva a pennello. Non lo
faceva apposta era così di natura.
La odiai comunque.
Era anche più alta
e formosa di me, accidenti a lei.
Fanculo a tutte le
donne! Edward era mio!
Ripercorsi il
corridoio al contrario e richiusi la porta facendo rumore, simulando di arrivare in quel momento.
Edward subito mi
raggiunse sorridente, mentre Rose raccoglieva la borsa e il soprabito per andarsene.
- A domani allora,
buona serata. – Le feci appena un cenno con la testa, Edward le sorrise alzando
la mano, mentre mi passava a fianco evidenziando la differenza di altezza tra
di noi. Istintivamente le guardai i piedi per vedere se indossasse i tacchi, ma
rimasi delusa. Aveva delle semplici ballerine.
Il mio orgoglio di
donna ne rimase deluso.
Fanculo lei e le
sue gambe da cicogna.
Non appena si
richiuse la porta alle spalle ripresi a respirare regolarmente.
Abbracciai Edward
sedendomi sulle sue ginocchia cinguettante e fingendo un buonumore che non
provavo cercai di capire se si sarebbe confidato anche con me.
- Allora tesoro,
niente aperitivo di buon augurio? Domani si parte no? Non sei felice? – Lo
baciai facendo schioccare le labbra.
- Certo che lo sono.
– Afferrò le mie tra i denti e iniziò a succhiarle dolcemente.
- Non vedo l’ora di
stendermi sulle sponde del lago con te a guardare il tramonto….e chissà…forse anche
qualcos’altro… –
Aggiunse mugolando.
- Mmmhh..sembra
romantico…-
Gli occhi chiusi
godeva del contatto tra di noi.
Tornai alla carica.
- Hai preparato tutto
quello che ti serve? – Non mi mollava, mentre le sue mani esploravano il mio
corpo.
- Ho te, cos’altro
dovrebbe servirmi? –
Mi distraeva,
insinuando le dita sotto la camicia che indossavo dal mattino. Improvvisamente
mi sentii a disagio, sentendo la necessità di darmi una rinfrescata.
Edward profumava di
lavanda e di dopobarba ed era irresistibile con quei capelli bagnati che ora
gli ricadevano sulla fronte. I suoi occhi verdi luccicavano eccitati e sereni e
per un attimo pensai che le parole, dette poco prima, fossero state soltanto un
attimo di debolezza e che nella realtà fosse davvero felice di andare incontro
a quell’avventura insieme a me.
Volevo sentirmi in
armonia con lui e questo richiedeva una doccia immediata.
- Prepari tu gli
aperitivi intanto che mi butto nella doccia? Devo togliermi di dosso l’odore da
avvocato, tanto per un po’ non mi servirà. Mi aspetti? –
Mi sollevai
cercando di alzarmi, ma le sue mani mi trattennero ai fianchi riportandomi
sopra di lui. Ricominciò a baciarmi il collo e la sottile pelle dietro
l’orecchio. Chiusi gli occhi lasciando andare indietro la testa e sollevando il
braccio lo accarezzai scompigliandogli i capelli. Lui fece scivolare le mani
fino al seno afferrandolo tra le dita con decisione. Mi eccitai ma non gli diedi
ad intendere fino a che punto.
Quel trattenermi
ogni volta che mi toccava, era una tortura che dovevo sopportare per non indurlo
ad allontanarsi.
Era faticoso e
cominciavo a soffrirne il peso.
- E se venissi con
te? Voglio guardarti. –
La voce roca, i
denti che mi sfioravano la carne, mi sentivo al limite della sopportazione.
Non sapevo come
interpretare quella richiesta.
Se stesse
scherzando col fuoco, oppure se davvero volesse provarci.
Cosa dovevo fare?
Mi accorsi che le
sue gambe avevano preso vita…o forse era qualcos’altro?
Sentii alcuni suoi
muscoli tendersi sotto alle mie coscie…e rimasi sconcertata.
Quanto avevo
desiderato che questo momento arrivasse.
Lo avevo
fantasticato in mille versioni differenti ed ora che avevo la possibilità di
provarci mi sentivo incapace.
E se avessi
interpretato male?
E se poi si fosse
nuovamente richiuso in se stesso?
Non gli risposi.
Lasciai fosse lui a
decidere.
Mi alzai voltandomi
poi per guardarlo negli occhi.
Era stupendo.
Una bomba sexy
pronta ad esplodere.
Lo accarezzai
seducendolo, camminando poi lenta verso il bagno…togliendomi camicia e gonna
lentamente …lasciandole cadere a terra.
Mi voltai a
guardarlo oramai nuda prima di superare la soglia…
Era a bocca aperta…e
non respirava.
Entrai sicura che non
mi avrebbe seguito….forse…un giorno…chissà…
Feci scorrere l’acqua
bollente e mi gettai sotto il getto ristoratore trattenendo il fiato…
La stanza si riempì
di vapore…
Sentii la porta chiudersi…
Lui era lì.
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!
RispondiEliminaHAHAAHHAAHAHAHHAHA!!!! ME-RA-VI-GLIO-SO!
Allora, mia carissima Francies, ho cose da dirti: inizio col dire che questo capitolo mi è piaciuto più degli altri, non ho ancora ben capito il perchè, però provo a spiegarmi e spero di riuscirci. La tua ff è molto particolare, si articola su un terrendo difficile, lei ha colpe, lui ha colpe, c'è una disabilità con tutte le sue conseguenze, ci sono una serie di personaggi che ruotano intorno a loro in maniera quasi oscura e comunque non perfettamente definibile, hai scritto 24 capitoli proaticamente di pensieri più che di azioni, ma c'è qualcosa che mi fa rimanere incollata qui, vogliosa di leggere il resto. Questo succede perchè in qualche modo tieni il lettore legato con le parole, con i sentimenti e con le sensazioni che tanto abilmente descrivi, e questa è bravura cara mia. Questo capitolo in particolare, è ottimamente scritto, a mio gusto, è scorrevole come un ruscello di montagna, si beve.
Mi sento molto molto in linea con la tua Isabella, in tutto e per tutto, e quando leggo i suoi pov, riesco ad immergermici dentro completamente.
Naturalmente mi sono tagliata in due dal ridere al "Fanculo a tutte le donne! Edward era mio!" e "Fanculo lei e le sue gambe da cicogna" hahahahahaahhahahahaha!! Lo sai che io adoro i fanculi, soprattutto quelli rivolti alle donne stronze e bellissime!! ahahahahahhahahaha!!!
Mi è piaciuto, Fra, da morire.
baci!
E quoto anche la Sparv....
EliminaSparvy carissima...GRA-ZIE! Effettivamente mi rendo conto che tutto sommato non sia accaduto nulla di significativo, se non che Edward abbia ripreso una sorta di rapporto con Isabella. Nella sua complessità l'intera situazione a me sembra più che normale e nonostante cerchiate sempre nei personaggi i lati oscuri, nel loro casino sono limpidissimi. Nella mia testa io sono così...di giorno in un modo, la notte in un altro...come Fiona di Shrek...ahahahah...e trovo normale anche il loro casino interiore. Nessuno pianifica le proprie reazioni anticipatamente...le vive....le sente...e ne rimane piu' o meno segnato a seconda dello stato d'animo in cui versa in quello stesso istante. Ora si vedrà se Edward deciderà di fare un altro passo lasciandosi andare...o se preso da sconforto...tornerà sui suoi passi. Boh!. Bacio cara...e Fanculo alle gnocche!
EliminaEcco non lasciarci così per troppo tempo. Lui nel bagno non vedo l'ora. Grazie, stupendo capitolo come sempre.
RispondiEliminaGrazie stefy...stiamo lavorando per voi...ahahah...ma troppe premiere in arrivo...agitazione...smarrimento...eccitazione...troppo tutto.! Bacio
Eliminaok, dal mio commento vanno tolte una "d" e una "o" ahahahahhahahahahahaah!!!
RispondiEliminaEVVAAIIIIIIIIIIIIII
RispondiEliminaAlla fine Rose è molto più cara di quello che mi aspettavo...Edward è il nostro caro solito segaiolo Edward che ci piace tanto e Bella?
Sveglia! Seducilo! Tanto ormai è cotto a puntino!
Bravissima Fra!
Bacio
Sono in doccia da ore....sudo come una bestia, ma Edward fuori dal vetro non si vede..perche' io no? Tellmewhydarling! Continuo a sedurlo....a più tardi! Bacio e Grazie!
EliminaLo sapevo che sarebbe entrato.....ahhahhahhahahahahhahaha
RispondiEliminaPerò siamo alle solite Bella..... le bugie.... anzi le cose non dette...... i fraintendimenti.... schiettezza ragazza.... schiettezza..... un matrimonio e i punti oscuri..... si allargano a macchia d'olio..... e l'unto si impregna nei tessuti..... è poi difficile da far andare via.....
Ora mi godo la doccia .....
Brava fra
Baci
Bella immagine, me la sono registrata in memoria. Vediamo che succede donna...intanto diamo il tempo a Bella di lavarsi. Beso amor!
Eliminaquoto la sparvy in tutto nn avrei mai saputo dire di meglio, il pov di edward che stai scrivendo l'aspetto con gioia riuscire a capire i suoi pensieri mi permettono di avere una ampia visione del suo essere frustato e insicuro.La mia mente malata di lui e quella di leggere questa ff ascoltando la sua voce che canta....grazie di averla messa nel tuo blog. ( la voce di robert) sei brava e i tuoi sentimenti sono vivi e mi trasmettono vita...grazie Donna!
RispondiEliminaé bello vero ascoltarlo cantare...mi fa tanta compagnia. Grazie di esserci sempre Mary...sei la mia piu' fedele lettrice e ne sono molto lusingata. Un bacio.
EliminaFra, è fantastico!!! Meraviglioso!! Voglio il seguito, daiii!!!!
RispondiEliminaQuesta storia è dolcissima, romantica e sopratutto piena di speranze.
Speranza di un uomo che vuol tornare a vivere, di una donna che rivuole il suo uomo vivo, pieno di sè e finalmente, totalmente, suo...
Una coppia che vuol tornare viva, in pieno del proprio rapporto...
Brava Fra! Un bacetto...
Grazie gioia, felice ti sia piaciuto. Bacio
EliminaOvvia il nostro Edward è pronto per un giro di giostra finalmente! Spero che vada tutto per il meglio! Sentiremo i loro punti di vista!!!
RispondiEliminaE ora si che comincia il bello...si, ok...c'è già lui bello, ma hai capito cosa intendo! Non deludi mai ragazza...grazie.
RispondiEliminaVorrei veramente sapere come fai a tenermi incollata in questo modo.
RispondiEliminaOgni capitolo è più bello del precedente, in questo Isabella mi fa stare male, leggere le sue emozioni e sentirle come mie è una cosa che mi fa impazzire. Mi dispiace che ancora Edward non riesca ad aprirsi con lei ma preferisca riversare le sue angosce su Rose ma in un certo senso riesco a capirlo, in tutti i mesi che hanno passato insieme hanno raggiunto un livello di confidenza che al contrario ha perso con Bella. E arriviamo a Rose, con mio grande rammarico, sono costretta ad ammettere che, almeno in apparenza, è migliore di quanto pensassi anche se resto convinta che non sia quell'angelo che appare, credo che nel profondo di se stessa provi per Edward qualcosa di più che amicizia.
Come sempre mille complimenti, non vedo l'ora di leggere il prossimo capitolo e sapere se Edward si richiuderà come un tenero riccetto o accetterà che ci vuole ancora del tempo per tornare quello di un tempo.
Patrizia
p.s i pensieri di Bella su Rose sono stati a dir poco esilaranti.
Cara Perry, sei veramente perspicace e riesci a raccogliere le sfumature nascoste...( le fifty shades of grey..ahahaha). Isabella è esasperata e contraddittoria in ogni cosa che pensa e che fa...e non è facile per lei trovare risposte...arranca, tanto quanto lui. Che coppia di sfigati. Grazie per il tuo commento dettagliato, mi fa molto molto piacere leggerti. Bacio alla prossima...presto...giuro.
EliminaEd arriviamo a noi!!! mi sono messa prima in pari con chi scrive mille capitoli a settimana e poi sono venuta qui! Lo sai ... non so perché .. ma questa Bella ... mi urta ... non so cosa abbia... certo .. questa volta ho apprezzato molto il fatto che nel suo dibattito interiore riuscisse a separare realtà da fantasie .. cionondimeno .... qualcosa rispetto a lei non torna. Anche Edward ... ha qualcosa di disturbante .... premetto che io credo fermamente nell'amicizia tra uomini e donne... ma non so come spiegarlo ... sento che la storia sia carica di negazione .... da tutte le parti. Sentimenti negati, nascosti, tenuti per sé .. questo mondo interno così prevalente su quello esterno .. mi soffoca. Sia ben chiaro che mi piace moltissimo .. perché mi mette nella condizione di pensare .. di ragionare.... il che non accade spesso con le storie che leggo nel fandom ... quindi credimi se ti dico che è un complimento ... ma se li avessi tra le mani .. ci sarebbe da fare un bel discorsetto a tutti!!! Bacio!
RispondiEliminae no no no....non ci puoi lasciare tutte le volte così però......uffa ci voui far morire?vanessa masen
RispondiEliminaArrivo solo adesso e ti dico subito che mi e' piaciuto tantissimo e che non vedo l'ora che tu riesca a sbrogliare tutti i nodi, i dubbi e i rancori sopiti che loro hanno nei loro cuori .... Devono far emergere la tempesta emotiva che sta sotto la quiete superficiale ... Quando saranno soli (tutti e tre) saranno cavoli se non saranno sinceri ... Aspetto con impazienza. Ciao e grazie
RispondiEliminaCiao! Volevo dirti che io non trovo questa storia bella. Per me è molto di più. Sei stata davvero bravissima a creare e sviluppare questi personaggi. Quando sbagliano vediamo profonde riflessioni, facendoli scavare dentro sè stessi fino a trovare la raghione del malessere. Bella ha sbagliato, ma hai dato delle motivazioni giustissime secondo me, in linea con il suo personaggio travagliato dai fatti accaduti nel suo passato. Sono felice che si stiano avvicinando gradualmente, ed è giusto così. Non è necessario mette le solite e fastidiose scene di sesso per colmare lacune nella trama, primo perchè è assolutamente elaborata e completa e poi perchè in questa storia Edward è davvero solo un uomo con i suoi problemi. Amo molto quest'ultimo personaggio, perchè è molto diverso da quelli tutti uguali che vanno di moda in questo periodo. Hai fatto un azzardo dando a Bella il ruolo della traditrice, ma con la profonda analisi che hai fatto e le spigazioni date secondo me era quasi ovvio che una persona come lei avrebbe preso male i continui rifiuti del marito. Bravissima davero. Spero che il prossimo capitolo arrivi presto. Ti aspetto un bacio!
RispondiElimina