domenica 25 marzo 2012

Capitolo 19


Capitolo 19 – Edward



Calato il silenzio la casa sembrava diventata più grande, come se l’eco delle risate di quella sorprendente giornata risuonassero lontane…ovattate…e una volta disperse nell’aria fossero state dimenticate. La presenza di Jasper ed Alice aveva riportato tra noi una complicità che avevamo perduta. Quegli sguardi dolcissimi e curiosi che avevo incrociato… guardando Isabella muoversi nello spazio intorno a me…  e sorridere… regalando agli ospiti quel paradiso…mi avevano fatto sentire bene….e ne volevo ancora.
Risentire la melodia della sua risata…potermi perdere dentro i suoi  occhi, mi sembrava il più grande dono mi potesse essere fatto.
La paura che l’essere soli in casa ci riportasse al tetro paesaggio vissuto prima di questo momento felice, mi inquietava, ma la mia volontà premeva….affinchè tutto quello che avevamo conquistato in poche ore non andasse perduto.
Più volte nell’arco di quelle poche ore Isabella mi era passata a fianco sfiorandomi appena. La scusa di versare del vino o di alzarsi dalla sedia per prendere qualcosa, l’aveva spinta ad avvicinarsi…e ogni volta l’emozione di quel lieve tocco mi portava a sospirare…a desiderare…a cercare…a volerne ancora….e ancora.
L’avevo sentita soffermarsi alle mie spalle e scorrere le piccole dita tra i  miei capelli, accarezzandomi leggera… impercettibile…come fosse il gesto più naturale del mondo.
Si era poi chinata per bisbigliarmi all’orecchio…e a quel punto…non avevo capito più niente.  Avevo faticato a continuare a respirare e Jasper se n’era accorto…evitandomi però una delle sue solite battute idiote.
Non avevo pensato un solo attimo al fatto di non essere più l’uomo che ero stato un tempo.
Lo consideravo un notevole passo avanti…una conquista.
L’allegria data dal vino e la spensieratezza di mio fratello e di Alice, avevano allontanato tutti i brutti pensieri…ed ero stato bene…con l’animo leggero.
Compresi quale grosso sbaglio fosse stato allontanare tutti quanti dalla mia vita, convinto fosse l’unica alternativa possibile per me, la sola  rimastami dopo l’incidente.
Rintanato nella mia solitudine non avrei mai trovato la serenità che tanto disperatamente stavo cercando.
Avevo sbagliato tutto.
Jasper mi voleva bene, me ne aveva sempre voluto, anche quando in passato gli avevo urlato in faccia il più disperato disprezzo… il cui unico scopo era stato quello di scaricare su di lui le mie più profonde frustrazioni.
Non aveva mai mollato…mai.
Incassava con disinvoltura.
Era solido come la roccia. Incrollabile.
Ora, come sempre, mi mostrava la sola via possibile alla soluzione dei miei problemi, lasciando a me facoltà di decidere se approfittare o meno dell’opportunità che mi veniva offerta..
Volevo dargli fiducia…lo meritava.
Sarei andato in quella casa al Lago Tahoe.
Avrei tentato la rinascita.
Dentro me lo avevo già deciso, ma volevo che Isabella mi stesse vicina.
Versai nella sottile boule di cristallo  l’ultima goccia di Château La Lagune del 1975, un pregiato vino rosso francese regalo di mio padre…e lasciai che quel nettare scivolasse in gola, assaporandone l’aroma fruttato.
Apprensivo… mi ritrovai poi a deglutire a vuoto.
Quel silenzio mi spaventava…ma dovevo parlarle ….trovare il coraggio di farlo.
Fu lei a togliermi dall’imbarazzo, mentre appoggiavo il bicchiere vuoto.
-      Che giornata splendida. Sono stata benissimo. Non ricordavo che Alice fosse così…esplosiva... non mi ero resa conto di quanto mi mancasse. –
Sorrideva, ma gli occhi rimanevano evasivi e timidi.
-      Sinceramente non lo ricordavo nemmeno io. E’ molto carina davvero. Il pranzo era delizioso. Non mangiavo così tanto da… un’eternità. –
-      Si …anch’io. Ha superato se stessa…–
Sospirò, mentre le sue mani cercavano invano di lisciare la gonna dell’abito leggero che aveva indossato.
Quell’azzurro pastello le donava molto, esaltando la sua pelle perfetta …levigata… Aveva tolto lo smalto dalle unghie…e così…al naturale …le sue mani apparivano quelle di una bambina.
Non aveva trucco e i capelli erano raccolti in una coda stretta che metteva in evidenza i suoi grandi occhi scuri.
Brillavano profondi e limpidi,  come le acque dell’oceano al tramonto.
Sotto alla manica arrotolata scorsi i primi chiari segni della caduta della sera precedente. Macchie scure e violacee segnavano il punto esatto in cui aveva urtato il pavimento…e nel corso della giornata l’avevo osservata spesso massaggiarsi per lenire il dolore.
Mi sentivo responsabile, ma non volli pensarci troppo.
Ero felice…e mi costrinsi a non pensare ad altro che a quello.
Scorrevo gli occhi accarezzando ogni tratto del suo esile corpo… amando di lei ogni lembo di pelle  nascosta… per me ancora inaccessibile.
Quanto la desideravo…
Volevo riavere la mia vita.
La nostra vita.
Ad ogni costo…per entrambi.
Ne avevo bisogno.
Ne sarei stato capace?
Non avevo più pensato a quel che era accaduto la sera prima…e per ora non volevo farlo.
I suoi sorrisi…mi portavano a dimenticare tutto.
La sua pelle candida.
Quelle labbra pizzicate nervosamente tra i denti bianchissimi.
Immaginai sotto quel tessuto leggero una lingerie bianca in pizzo…la pelle vellutata.
Così semplice…pulita…mi ricordava il motivo per cui, molto tempo prima, mi ero così perdutamente innamorato di lei.
Colsi l’attimo…e continuai a parlare…a tenere il contatto.
-      Ti va di bere qualcosa di veramente unico… con me? Vorrei farti assaggiare un vino davvero speciale, imbottigliato nelle cantine di mio padre. Le uve sono di un vigneto che fu piantato lo stesso anno in cui nacqui io…e forse per questo motivo ci sono più affezionato che ad altri. Vuoi?–
Mi osservava le mani, mentre come al solito gesticolavo disegnando le mie stesse parole….e involontariamente le fermai poggiandole in grembo e incrociando le dita.
Non riuscivo a staccare gli occhi da Isabella…e se pur titubante… mi accorsi che per lei ero lo stesso. Ci cercavamo…comunicando a gesti le nostre emozioni più intime…senza poter fare altro che lasciare che i nostri corpi rispondessero spontaneamente…a quell’ incontrollabile richiamo.
Si era stesa sul divano con le gambe raccolte di lato e il fianco adagiato sui cuscini. Inclinò la testa appoggiandola al palmo della mano aperta…il movimento del gomito sepolto tra i soffici cuscini fece volare in aria qualche piuma che lentamente si riposò su di lei.
 Sorrise afferrandone una prima che le cadesse in grembo…e scherzando la soffiò verso di me.
Osservai rapito le sue labbra incurvarsi  e protendersi verso la sua mano tesa…le guance gonfiarsi appena….seguendo poi il lento volo di quel simbolo di leggerezza…mentre cadeva a terra volteggiando…confondendosi al soffice tappeto candido.
-      Certo che mi va Edward. Tutto ciò che vuoi, ma dopo ti siedi qui con me, accendiamo il camino….e parliamo un po’. –
Era serena…apparentemente calma.
Era quello che volevo anch’io, ma l’immagine di noi due vicini cominciò ad agitarmi.
Tutto ciò che fui in grado di rispondere fu… – Ok! –
Mi diressi verso la cantina e trovai facilmente la bottiglia che cercavo.
Mi sembrava di non aver fatto altro che quel tragitto in tutta la giornata...vino vino vino...la mia via di fuga....
Coperta di polvere, in quell’angolo buio…rappresentava bene lo spettro di me stesso.
Presi un panno e ne lucidai il vetro spesso… fino a riflettermi.
Guardai i contorni distorti del mio viso…cercando, nella profondità di quegli occhi indistinti, la conferma di fare la cosa giusta.
Non ebbi risposta…ma non mi persi d’animo.
Dopo un lungo e sofferto sospiro  strinsi la bottiglia tra le gambe e tornai fiducioso nel salone.
Isabella era intenta a sistemare la legna sul camino.
Non zoppicava più così vistosamente e, sebbene stesse molto attenta, anche il braccio sembrava farle meno male.
Con pochi tocchi un po’ maldestri aveva reso il fuoco vivace e scoppiettante…regalando all’ambiente un intenso profumo di bosco estivo…e di cenere.
Si sollevò guardando con soddisfazione le fiamme farsi sempre più vive.
-      Hai fatto un ottimo lavoro…il fuoco è l’ideale per dare corpo al vino che ti ho portato. – Le sorrisi strizzandole l’occhio.
-      Grazie! Non credevo di esserne capace. Ho sempre guardato te farlo, ma non avevo mai provato ….E’ divertente! –
-      Si, è vero. Creare il fuoco è sempre emozionante. Ti fa sentire….potente no? – Annuì, arricciando il naso nel suo modo buffo.
L’avrei baciata all’istante, ma mi trattenni.
Cominciai ad armeggiare sulla bottiglia, fino a liberarla dal tappo.
Annusai quella parte di sughero rimasta intinta nel vino verificando fosse intatta…piccoli gesti abituali che compivo come un rito del quale non mi rendevo nemmeno più conto.
Colsi lo sguardo attento di Isabella che seguiva ogni movimento quasi in contemplazione.
Mi lasciai accarezzare dai suoi occhi…godendo delle sue attenzioni…e animando la mia speranza.
Le mie paure svanivano pian piano…esalando… come i vapori dell’alcol racchiuso in quella preziosa bottiglia.
Isabella …e me…ancora insieme.
Versai il liquido scarlatto nel decanter e lo lasciai riposare non lontano dal camino.
Ascoltai il battito del mio cuore che inseguiva il rapido flusso del mio sangue …ero vivo.
Ero suo.
Com’era difficile avvicinarsi…ritrovare quell’intimità così unica.
Vacillai ancora…trovando altre scuse per temporeggiare.
Mi avvicinai all’impianto stereo e scelsi una sequenza di musiche tranquille dall’I-Pod… erano le musiche che amava ascoltare quando stavamo insieme.
Le avevo raccolte in una playlist…e le ascoltavo quando mi ritrovavo a pensare a lei, nelle lunghe ore di solitudine.



Le note si sciolsero nell’aria evanescenti…sospinte ad aleggiare tra le pareti da piccole casse che avevo fatto installare ovunque, pochi mesi prima che tutto il mio mondo crollasse. Un suono limpido e perfetto, che rendeva le note…purissime.
L’amore per la musica era condiviso da entrambi e ci piaceva rimanere stretti…il più delle volte nudi…avvolti solo dalle melodie …o da una voce calda più di una coperta…ad amarci, finchè nel silenzio che ne seguiva tornavamo a posare i piedi sulla Terra.
Sarebbe successo ancora?
Chiusi gli occhi un istante…e ritrovando il coraggio, mi voltai a guardarla.
Gli angoli delle sue labbra si sollevarono non appena posai gli occhi su di lei…e con eleganza innata diede piccoli colpi alla seduta al suo fianco.
Mi avvicinai facendo scorrere le mani sulle ruote della sedia e quando le fui accanto ebbi un attimo di esitazione.
-      Vorrei averti qui con me. Mi vorresti fare questo regalo?-
Non risposi.
-      Ti prego! – Mi supplicò dolcemente.
Annuii.
Mi avvicinai e facendo leva sulle braccia mi lasciai cadere sui cuscini del grande divano bianco.
Le gambe seguirono obbedienti il movimento, facendo apparire quasi normale la posizione in cui mi ritrovai.
Strusciai agitato le mani sudate sul tessuto dei pantaloni e voltandomi verso di lei sorrisi imbarazzato ed emozionato.
Era bellissima.
Come potevo sentirmi così idiota?
Eppure non riuscivo a togliermi di dosso quella sensazione di paura…e di eccitazione insieme…che mi stritolavano lo stomaco distraendomi dal mio intento…Isabella.
Lei fece ruotare le proprie gambe, stendendole al lato opposto, in modo da potersi avvicinare e appoggiarsi a me.
Il tocco fu delicato, ma ciò che provai mi sconvolse.
Finsi non fosse accaduto nulla, ma il mio respiro mi tradiva…ed ero consapevole se ne fosse accorta.
Ignorai quel sorrisino buffo che vidi nascere sulla sua bocca schiusa, ma il mio corpo se ne fregava altamente dei messaggi che gli inviavo….e cominciai a sudare.
-      Di cosa… vogliamo parlare? – Balbettai.
 Cercai di sembrare disinvolto appoggiando le braccia sullo schienale del divano. Lei ne approfittò per avvicinarsi, sistemandosi sulla mia spalla.
Era vicinissima…tanto da assorbirne il respiro profumato.
Lasciai steso il braccio dietro Isabella e feci scorrere tra i capelli l’altra mano.
 Ero nervoso.
L’ansia e il desiderio di toccarla mi divoravano.
Gemetti e lasciai che prendesse lei l’iniziativa.
Dovevamo decidere di fidarci l’un l’altro…
Non era così semplice come speravo.
Mi feci forza e rimasi immobile…in attesa.
-      Edward… –
La sua voce appena udibile, mi entrò dentro… vibrando corde sepolte nei luoghi bui della Paura.

Maledetta Paura…

Passione e Desiderio si risvegliarono all’istante tenuti a freno dalla gelida mano di “colei” che mi impediva di agire.

Subdola…irriducibile…quell’insana ospite delle mie viscere, mi costringeva all’infermità…mi impediva di essere me stesso…mi teneva prigioniero.

Paura.

Isabella avvicinò la mano posandola delicatamente sul mio viso.
Un tocco impercettibile…una sofferenza inimmaginabile …
Chiusi gli occhi vivendo di sensazioni.
Combattute…intense.

Passione e Desiderio… sfidarono la malvagia carceriera …impossessandosi delle mie mani…aggrappandosi l’un l’altra per raggiungere la loro meta…Isabella.

Paura.

Lente… le sue dita disegnarono i contorni del mio profilo, soffermandosi a lungo sulle labbra, costringendomi a schiuderle.

Subito il soffio gelido dell’ansia le accarezzò dopo di lei.

Paura.

Aprii gli occhi e la vidi persa ad osservare ogni più piccola parte della superficie del mio viso.
Alzò lo sguardo …implorando un mio cenno…la conferma di poterlo fare.
Dalla mia bocca uscì un lamento sofferto…

Un alito di nebbia candida e gelata lo soffocò.

Paura.

Non avevo la forza di impedirglielo…nè la volontà.
Tutto quel che desideravo era Isabella…soltanto lei.

Combattere…Desiderare…ritrovarmi in lei.

Paura.

Lesse quel che cercava e in attimo la sua bocca cercò la mia.
L’avvolsi tra le braccia stringendola…  e quel che rimaneva di noi riprese vita…vigore…energia.
Sulla sua lingua calda ritrovai un mare di amore intatto …

Vi immersi la mia Paura …cercando di soffocarla.
Era tenace…insistente…
Per un attimo tacque…e credetti di essermene liberato.
Fu un sollievo immane.
Un peso tolto dal cuore…

Paura.

La musica e il calore del corpo di lei diventarono tutto il mio mondo.
Respirai quella gioia scorrendo le labbra sulla sua pelle.
Ripetendo all’infinito il suo nome.
Isabella…Isabella, Isabella….
Come una sorta di litania benefica, liberava la mia anima dalle pesanti catene che la costringevano a strisciare nel fango…
Isabella ricambiava offrendosi completamente…arrendendosi ad ogni mia richiesta, lasciando che attingessi da quell’amplesso di sensazioni la forza per tornare me stesso.
Subiva le mie carezze…i miei baci, mentre le sue mani mi tiravano a sé, aggrappandosi ferma ai miei capelli.
Passarono minuti…uno dopo l’altro, come gocce di memorie lontane…che riaffiorano sulla superficie del mare dei ricordi.
Le musiche ci riportavano a luoghi e tempi passati…felici…assolati…colorati.
Ventagli di promesse ancora da mantenere…istantanee di una normalità che ora appariva irraggiungibile.
Quel che sentivo …lei lo viveva.
Quel che soffrivo…lei lo curava.
Quel che volevo…lei lo sapeva.
Ogni tassello… bacio dopo bacio, carezza dopo carezza …si riassestava nel disegno originario …e nel cielo opalescente di quello splendido panorama…il Sole tornò a brillare.
Avevo vinto?
Ero libero?
Per un attimo vi credetti….poi le nubi dell’incertezza tornarono a porre ombre in quel paradiso ritrovato…
Bastò un solo gesto….e l’armonia ebbe un cedimento.
La mano di Isabella cominciò ad accarezzare in modo febbrile l’interno della mia camicia….a sbottonare….a stringere.
Assistevo alla trasformazione del mio angelo…in demonio.
Conoscevo quel respiro veloce….
quelle labbra piegate in una smorfia di sensualità e desiderio.
Quei gesti più decisi e voluttuosi…
Voleva fare sesso.
Dio …quanto avrei voluto soddisfare lei e rendere ancora uomo me.
Come potevo esaudire il desiderio di una donna come lei?...come?
Il respiro  mi si ruppe e cominciai ad ansimare.
Rividi noi due l’ultima volta che eravamo stati insieme.
Scorrevo le immagini….una punizione dolcissima.
Era avvenuto la notte prima dell’incidente.
Avevo finalmente trovato la casa sulla spiaggia…affacciata sull’oceano …che avevamo sempre sognato e quella sera volevo festeggiare con lei la novità.
Candele accese in tutta la casa…come piaceva a lei.
Musica altissima…coinvolgente …sensuale.
Niente altro che la nostra pelle a vestire i nostri corpi…
Ogni angolo della casa andava bene…purchè non fosse il letto.
Avevamo fatto l’amore per ore…in tutti i modo possibili, fino a non sentire più le gambe e le braccia….e nemmeno il resto del corpo.
Fino a divenire una cosa sola…
Sfiniti…soddisfatti e felici ci eravamo addormentati sullo stesso divano dove ci trovavamo ora.
Con la differenza che adesso…non sentivo le mie gambe nemmeno prima …di fare l’amore con lei.
Fare l’amore con Isabella….l’amore…non solo sesso…

Paura.

Reso improvvisamente lucido da quella realtà così schiacciante…mi ritrassi.
Cercai di fermarla dolcemente, ma quell’indegna carogna che abitava dentro me...non era d’accordo. Voleva la cacciassi, ma domai quell’istinto che non mi apparteneva e rimasi padrone di me stesso.

Ragione.

Quando la mano di Isabella si insinuò nei pantaloni la fermai.
Non era quello che volevo…ma quello che dovevo fare.
Le afferrai dolcemente i polsi e portando le sue mani al petto la costrinsi a guardarmi.
-      Isabella ...No! -
Non capiva. Mi guardava affranta…colpevole.
Negli occhi la luce dell’eccitazione.
-      Scusami amore…ti prego..io…-
Tremava.
-      Shhhh…calmati, va tutto bene. -
Pensava la rifiutassi, ma non era così.
-      Non volevo…perdonami…- un sussurro sofferto.
Portò le dita davanti alla bocca e iniziò a piangere.
-      So cosa volevi tesoro…e lo voglio tanto anch’io, ma non così…non adesso. Non riuscirei a perdonarmi di non farcela. Ho bisogno di un po’ di pazienza …e di aiuto da parte tua, ma alla fine sarò quello che vuoi…e molto di più. Quello che conta è che siamo di nuovo insieme. –
La strinsi forte accarezzandole i capelli e cullandola dolcemente.
-      Ho bisogno di te amore mio…tu non sai quanto. Ho voluto chiudere gli occhi …allontanarti…ed è stato solo un disastro. –
Continuava a piangere in silenzio, stretta forte al mio petto, contro la pelle nuda. Sentivo le sue lacrime scendere calde su di me e bagnarmi.
Mi baciò….piccoli baci che assaporavano quei profumi di noi due insieme.
Calmi…delicati, furono per me un dolce tormento.
Lasciai che mi toccasse…che ritrovasse quel contatto che rendeva il nostro rapporto… unico…magico.
L’angelo era tornato in lei…
La mia Paura debellata…per il momento avevo vinto io.
Desiderio e Passione rimanevano in attesa…invidiosi più che mai che l’Amore avesse rubato loro la scena…
Era buffo immaginarli come personaggi visibili...ma per me abituato a creare nella fantasia storie e situazioni…era quasi naturale.
Avremmo provato a fare l’amore…lo volevo più di ogni altra cosa, ma soltanto quando mi fossi sentito pronto a farlo.
Non volevo deluderla…e in questo modo compromettere la mia guarigione e il ritorno a quella normalità che ci avrebbe permesso di ricominciare la nostra vita.
Non sarebbe servito,  né a lei, né a me.
Approfittai di quell’attimo di fragilità per confessarle i miei piani.
-      Ho pensato tanto a noi,  sai? A quanto vorrei dare una nuova possibilità ad entrambi di tornare ad essere quelli che eravamo…o anche meglio di così. –
Mi sentivo forte…capace.
Essere positivo segnava definitivamente il mio cambiamento.
Sollevai il suo viso e stringendole dolcemente il volto tra le mani la baciai.
Un bacio profondo, tenero….intenso….libero.
Sulle sue labbra umide di noi le sussurrai quello che desideravo da tempo.
-      Ti amo. – e la baciai ancora..
-      Ho bisogno di te….- non le diedi respiro.
-      Vieni via con me Isabella…- Morsi il suo labbro inferiore tirandolo e poi succhiandolo tra le mie.
-      Ti voglio con me via di qui…- Ansimava…soffrendo in silenzio il tormento di chi vive il suo sogno.
-      Solo io e te…solo io e te…- Lo ripetevo tra un bacio e l’altro…come una preghiera…come la richiesta di un disperato.
Si sollevò senza staccare le labbra dalle mie e si mise cavalcioni sopra di me.
Infilò le dita tra i miei capelli …dietro la nuca, accarezzandomi con le unghie e sollevando il mio viso verso di lei.
Sorrise tra le lacrime e appoggiò la fronte sulla mia.
Quello che le sue labbra dissero…bastò a cambiarmi la vita.
-      Si…si …si…si…Ti amo da morire Edward Cullen…-
Scoppiammo a ridere tra le lacrime…
Era solo l’inizio…
Abbracciati stretti dimenticammo i lunghi mesi di silenzi…
Le umiliazioni…
Il dolore….
Quell’attimo di eterno era solo nostro…e non poteva esserci negato…non più.
Passammo la serata coccolandoci…sorseggiando il mio vino gemello….e sgranocchiando i resti del pranzo di Alice davanti al caldo tepore del camino.
Il Sonno ci accolse …abbracciati stretti sul divano…mentre la Luna…bussando alla finestra…chiese lui il permesso di vegliare sui nostri sogni…



27 commenti:

  1. Mi dispiace che il mio commento sia andato perso, maledetto pc!
    Quello che volevo dire è questo:
    Tra tutte le letture che seguo, la tua è quella sicuramente più elevata, ma non lo dico per pura considerazione del linguaggio o dei contenuti, dico, per esempio, che mentre leggevo sentivo musica, mentre leggevo sentivo le loro angosce appesantirmi il cuore.
    E' sempre un piacere leggerti, è come una carezza.
    Non mi ricordo un'emerita cippa di quello che avevo scritto nel commento andato perso, ma.... oh si!!!
    Non smettere!!!
    baci!

    RispondiElimina
  2. Ciao Francies, è la prima volta che commento la tua storia.La trovo veramente emozionante, i caratteri dei due protagonisti sono molto complessi. Sia Edward che Isabella soffrono perchè incapaci di affrontare insieme i loro problemi.Il fatto che lui abbia allontanato tutti non ha fatto altro che peggiorare la situazione.... sono felice della svolta che hai costruito, finalmente si stanno riavvicinando.Spero che questa "vacanza" al lago riesca finalmente a farli chiarire e ritornare complici come un tempo.Sei veramente brava ad esprimere i sentimenti e le emozioni...la musica poi azzeccatissima
    Complimenti
    Attendo trepidante il nuovo cap
    Raffaella

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Raffaella. Ti ringrazio per le belle parole...fanno bene. Edward e Bella sono personaggi complessi...ma non meno di quanto lo siano molte persone reali nella nostra vita. Molte cose devono ancora accadere....con pazienza...ci arriveremo. Grazie ancora.

      Elimina
  3. Brava Francies, non deludi mai le aspettative delle tue lettrici... almeno non le mie... continua così!!!

    RispondiElimina
  4. ciaooooo...storia stuppenda...cè tutto..amore,emozioni,soferenza,voglia di rincominciare a vivere.grazie mi hai emozionata tantissimo....Maria50.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie a te per averlo letto...e per la pazienza dell'attesa...

      Elimina
  5. Guarda ti giuro....... lo sapevo che non mi dovevo fidare di te....... sei stata troppo lontana...... e forse è stato un bene?????
    Nel senso.... voglio dire.... se questo è stato il risultato ..... la tanto attesa è stata soddisfatta direi.....
    Ho sognato. Ho sognato tanto. Sogno sempre quando ti leggo..... un'emozione che arriva al limite tra la felicità e il dolore..... quella che arriva all'occhio lucido ma che trattiene la lacrima.
    Io dico che ti sei superata..... e questa è un'intensa poesia.
    Ho il cuore gonfio di gioia.... per l'amore ritrovato. Quello che trionfa..... quello che supera il dolore.....
    Brava. Ti voglio bene!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Tesoro. ho appena finito di leggere la tua storia....e il limite raggiunto lacrimava...ma non dagli occhi...ahahah....Ma quanto bello è scrivere tutte e viverci le nostre storie in compagnia. Ogni tanto lo dimentico...poi torno in me...e continuo a sognare con tutte voi. Grazie amor...Bacio..ti voglio bene anch'io.

      Elimina
  6. Mi sono presa il tempo e lo spazio necessari a leggere questo nuovo capitolo, che non voleva davvero arrivare mai! Molto bello, molto intenso, un altro passo finalmente nella direzione giusta. La direzione della verità. Non so se l'amore davvero può superare il dolore, ma sicuramente è la via. Mi piace il coraggio che piano piano sta caratterizzando il pensiero dei protagonisti. Nelle tue risposte anticipi una strada ancora complicata. Non devo nemmeno dirti che a me piacciono molto le storie .. complesse ... quindi attendo ... le future svolte! Un abbraccio. Cri.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non so nemmeno io se L'amore sia la strada giusta per risollevarsi da tale pena, ma so con certezza che il dolore non ha rivali per intensità e determinazione. Sono legati indissolubilmente l'un l'altro...li rispetto entrambi. Bacio.

      Elimina
  7. una lunga attesa ripagato nel migliore dei modi, bravissima come sempre!

    RispondiElimina
  8. Bello, bello, veramente bello ... Due anime che devono assolutamte darsi pace a vicenda .. Ti prego ..questa volta non ci fare aspettare troppo ..Vai a scrivere .!!!!

    RispondiElimina
  9. Che teneri questi due! mi piacciono tanto tanto...problemi annessi!

    RispondiElimina
  10. Bentornata, finalmente!
    Leggerti è sempre un'emozione nuova, bellissima! Questi tuoi personaggi sono veramente complessi, completi, la storia coinvolgente! Bravissima, sono curiosa di sapere come si evolveranno queste due persone, cosa accadrà!

    RispondiElimina
  11. Francies leggerti è sempre una grande emozione....come fai sentire tù i personaggi....io mi emoziono molto, vivo in un altro mondo.Il tuo modo di scrivere è intenso, profondo....bellissimo, attendo sempre con ansia i tuoi aggiornamenti!! un bacio!

    RispondiElimina
  12. Bellissimo pezzo, parole uniche ... "Desiderio e Passione rimanevano in attesa…invidiosi più che mai che l’Amore avesse rubato loro la scena…" che altro aggiungere ... divina!! Bravissima.

    RispondiElimina
  13. Questa storia è bellissima, veramente unica, delicata, piena di sfaccettature, complimenti...

    RispondiElimina
  14. Cara amica mia al contrario di te non sono capace di trovare le parole per descrivere le mie emozioni..... questo Edward lo adoro, la tua lettura mi appassiona molto, lascio il commento alla fine di questo capitolo... fin ad ora uno dei più belli!!! Vai Francy sei unica!!!

    Eva

    RispondiElimina