Capitolo
19 – Edward
Calato il silenzio
la casa sembrava diventata più grande, come se l’eco delle risate di quella sorprendente
giornata risuonassero lontane…ovattate…e una volta disperse nell’aria fossero
state dimenticate. La presenza di Jasper ed Alice aveva riportato tra noi una
complicità che avevamo perduta. Quegli sguardi dolcissimi e curiosi che avevo
incrociato… guardando Isabella muoversi nello spazio intorno a me… e sorridere… regalando agli ospiti quel
paradiso…mi avevano fatto sentire bene….e ne volevo ancora.
Risentire la
melodia della sua risata…potermi perdere dentro i suoi occhi, mi sembrava il più grande dono mi
potesse essere fatto.
La paura che l’essere
soli in casa ci riportasse al tetro paesaggio vissuto prima di questo momento
felice, mi inquietava, ma la mia volontà premeva….affinchè tutto quello che
avevamo conquistato in poche ore non andasse perduto.
Più volte nell’arco
di quelle poche ore Isabella mi era passata a fianco sfiorandomi appena. La
scusa di versare del vino o di alzarsi dalla sedia per prendere qualcosa,
l’aveva spinta ad avvicinarsi…e ogni volta l’emozione di quel lieve tocco mi
portava a sospirare…a desiderare…a cercare…a volerne ancora….e ancora.
L’avevo sentita soffermarsi
alle mie spalle e scorrere le piccole dita tra i miei capelli, accarezzandomi leggera… impercettibile…come
fosse il gesto più naturale del mondo.
Si era poi chinata
per bisbigliarmi all’orecchio…e a quel punto…non avevo capito più niente. Avevo faticato a continuare a respirare e
Jasper se n’era accorto…evitandomi però una delle sue solite battute idiote.
Non avevo pensato
un solo attimo al fatto di non essere più l’uomo che ero stato un tempo.
Lo consideravo un
notevole passo avanti…una conquista.
L’allegria data dal
vino e la spensieratezza di mio fratello e di Alice, avevano allontanato tutti
i brutti pensieri…ed ero stato bene…con l’animo leggero.
Compresi quale
grosso sbaglio fosse stato allontanare tutti quanti dalla mia vita, convinto
fosse l’unica alternativa possibile per me, la sola rimastami dopo l’incidente.
Rintanato nella mia
solitudine non avrei mai trovato la serenità che tanto disperatamente stavo
cercando.
Avevo sbagliato
tutto.
Jasper mi voleva
bene, me ne aveva sempre voluto, anche quando in passato gli avevo urlato in
faccia il più disperato disprezzo… il cui unico scopo era stato quello di
scaricare su di lui le mie più profonde frustrazioni.
Non aveva mai
mollato…mai.
Incassava con
disinvoltura.
Era solido come la
roccia. Incrollabile.
Ora, come sempre, mi
mostrava la sola via possibile alla soluzione dei miei problemi, lasciando a me
facoltà di decidere se approfittare o meno dell’opportunità che mi veniva
offerta..
Volevo dargli
fiducia…lo meritava.
Sarei andato in
quella casa al Lago Tahoe.
Avrei tentato la
rinascita.
Dentro me lo avevo
già deciso, ma volevo che Isabella mi stesse vicina.
Versai nella sottile boule di cristallo l’ultima goccia di Château La Lagune del 1975,
un pregiato vino rosso francese regalo di mio padre…e lasciai che quel nettare
scivolasse in gola, assaporandone l’aroma fruttato.
Apprensivo… mi ritrovai poi a deglutire a
vuoto.
Quel silenzio mi spaventava…ma
dovevo parlarle ….trovare il coraggio di farlo.
Fu lei a togliermi
dall’imbarazzo, mentre appoggiavo il bicchiere vuoto.
-
Che
giornata splendida. Sono stata benissimo. Non ricordavo che Alice fosse così…esplosiva...
non mi ero resa conto di quanto mi mancasse. –
Sorrideva, ma gli
occhi rimanevano evasivi e timidi.
-
Sinceramente
non lo ricordavo nemmeno io. E’ molto carina davvero. Il pranzo era delizioso.
Non mangiavo così tanto da… un’eternità. –
-
Si
…anch’io. Ha superato se stessa…–
Sospirò, mentre le
sue mani cercavano invano di lisciare la gonna dell’abito leggero che aveva
indossato.
Quell’azzurro
pastello le donava molto, esaltando la sua pelle perfetta …levigata… Aveva
tolto lo smalto dalle unghie…e così…al naturale …le sue mani apparivano quelle
di una bambina.
Non aveva trucco e
i capelli erano raccolti in una coda stretta che metteva in evidenza i suoi
grandi occhi scuri.
Brillavano profondi
e limpidi, come le acque dell’oceano al tramonto.
Sotto alla manica
arrotolata scorsi i primi chiari segni della caduta della sera precedente.
Macchie scure e violacee segnavano il punto esatto in cui aveva urtato il
pavimento…e nel corso della giornata l’avevo osservata spesso massaggiarsi per
lenire il dolore.
Mi sentivo
responsabile, ma non volli pensarci troppo.
Ero felice…e mi
costrinsi a non pensare ad altro che a quello.
Scorrevo gli occhi
accarezzando ogni tratto del suo esile corpo… amando di lei ogni lembo di pelle nascosta… per me ancora inaccessibile.
Quanto la
desideravo…
Volevo riavere la
mia vita.
La nostra vita.
Ad ogni costo…per
entrambi.
Ne avevo bisogno.
Ne sarei stato
capace?
Non avevo più
pensato a quel che era accaduto la sera prima…e per ora non volevo farlo.
I suoi sorrisi…mi portavano
a dimenticare tutto.
La sua pelle
candida.
Quelle labbra
pizzicate nervosamente tra i denti bianchissimi.
Immaginai sotto
quel tessuto leggero una lingerie bianca in pizzo…la pelle vellutata.
Così
semplice…pulita…mi ricordava il motivo per cui, molto tempo prima, mi ero così
perdutamente innamorato di lei.
Colsi l’attimo…e
continuai a parlare…a tenere il contatto.
-
Ti
va di bere qualcosa di veramente unico… con me? Vorrei farti assaggiare un vino
davvero speciale, imbottigliato nelle cantine di mio padre. Le uve sono di un
vigneto che fu piantato lo stesso anno in cui nacqui io…e forse per questo
motivo ci sono più affezionato che ad altri. Vuoi?–
Mi osservava le
mani, mentre come al solito gesticolavo disegnando le mie stesse parole….e involontariamente
le fermai poggiandole in grembo e incrociando le dita.
Non riuscivo a
staccare gli occhi da Isabella…e se pur titubante… mi accorsi che per lei ero
lo stesso. Ci cercavamo…comunicando a gesti le nostre emozioni più intime…senza
poter fare altro che lasciare che i nostri corpi rispondessero spontaneamente…a
quell’ incontrollabile richiamo.
Si era stesa sul
divano con le gambe raccolte di lato e il fianco adagiato sui cuscini. Inclinò
la testa appoggiandola al palmo della mano aperta…il movimento del gomito
sepolto tra i soffici cuscini fece volare in aria qualche piuma che lentamente
si riposò su di lei.
Sorrise afferrandone una prima che le cadesse
in grembo…e scherzando la soffiò verso di me.
Osservai rapito le
sue labbra incurvarsi e protendersi verso
la sua mano tesa…le guance gonfiarsi appena….seguendo poi il lento volo di quel
simbolo di leggerezza…mentre cadeva a terra volteggiando…confondendosi al
soffice tappeto candido.
-
Certo
che mi va Edward. Tutto ciò che vuoi, ma dopo ti siedi qui con me, accendiamo
il camino….e parliamo un po’. –
Era
serena…apparentemente calma.
Era quello che
volevo anch’io, ma l’immagine di noi due vicini cominciò ad agitarmi.
Tutto ciò che fui
in grado di rispondere fu… – Ok! –
Mi diressi verso la
cantina e trovai facilmente la bottiglia che cercavo.
Mi sembrava di non aver fatto altro che quel tragitto in tutta la giornata...vino vino vino...la mia via di fuga....
Mi sembrava di non aver fatto altro che quel tragitto in tutta la giornata...vino vino vino...la mia via di fuga....
Coperta di polvere,
in quell’angolo buio…rappresentava bene lo spettro di me stesso.
Presi un panno e ne
lucidai il vetro spesso… fino a riflettermi.
Guardai i contorni
distorti del mio viso…cercando, nella profondità di quegli occhi indistinti, la
conferma di fare la cosa giusta.
Non ebbi
risposta…ma non mi persi d’animo.
Dopo un lungo e
sofferto sospiro strinsi la bottiglia
tra le gambe e tornai fiducioso nel salone.
Isabella era
intenta a sistemare la legna sul camino.
Non zoppicava più
così vistosamente e, sebbene stesse molto attenta, anche il braccio sembrava
farle meno male.
Con pochi tocchi un
po’ maldestri aveva reso il fuoco vivace e scoppiettante…regalando all’ambiente
un intenso profumo di bosco estivo…e di cenere.
Si sollevò
guardando con soddisfazione le fiamme farsi sempre più vive.
-
Hai
fatto un ottimo lavoro…il fuoco è l’ideale per dare corpo al vino che ti ho
portato. – Le sorrisi strizzandole l’occhio.
-
Grazie!
Non credevo di esserne capace. Ho sempre guardato te farlo, ma non avevo mai
provato ….E’ divertente! –
-
Si,
è vero. Creare il fuoco è sempre emozionante. Ti fa sentire….potente no? – Annuì,
arricciando il naso nel suo modo buffo.
L’avrei baciata
all’istante, ma mi trattenni.
Cominciai ad armeggiare
sulla bottiglia, fino a liberarla dal tappo.
Annusai quella
parte di sughero rimasta intinta nel vino verificando fosse intatta…piccoli
gesti abituali che compivo come un rito del quale non mi rendevo nemmeno più conto.
Colsi lo sguardo
attento di Isabella che seguiva ogni movimento quasi in contemplazione.
Mi lasciai
accarezzare dai suoi occhi…godendo delle sue attenzioni…e animando la mia
speranza.
Le mie paure
svanivano pian piano…esalando… come i vapori dell’alcol racchiuso in quella
preziosa bottiglia.
Isabella …e
me…ancora insieme.
Versai il liquido
scarlatto nel decanter e lo lasciai riposare non lontano dal camino.
Ascoltai il battito
del mio cuore che inseguiva il rapido flusso del mio sangue …ero vivo.
Ero suo.
Com’era difficile
avvicinarsi…ritrovare quell’intimità così unica.
Vacillai
ancora…trovando altre scuse per temporeggiare.
Mi avvicinai
all’impianto stereo e scelsi una sequenza di musiche tranquille dall’I-Pod…
erano le musiche che amava ascoltare quando stavamo insieme.
Le avevo raccolte
in una playlist…e le ascoltavo quando mi ritrovavo a pensare a lei, nelle
lunghe ore di solitudine.
Le note si
sciolsero nell’aria evanescenti…sospinte ad aleggiare tra le pareti da piccole
casse che avevo fatto installare ovunque, pochi mesi prima che tutto il mio
mondo crollasse. Un suono limpido e perfetto, che rendeva le note…purissime.
L’amore per la
musica era condiviso da entrambi e ci piaceva rimanere stretti…il più delle
volte nudi…avvolti solo dalle melodie …o da una voce calda più di una coperta…ad
amarci, finchè nel silenzio che ne seguiva tornavamo a posare i piedi sulla
Terra.
Sarebbe successo
ancora?
Chiusi gli occhi un
istante…e ritrovando il coraggio, mi voltai a guardarla.
Gli angoli delle
sue labbra si sollevarono non appena posai gli occhi su di lei…e con eleganza
innata diede piccoli colpi alla seduta al suo fianco.
Mi avvicinai
facendo scorrere le mani sulle ruote della sedia e quando le fui accanto ebbi
un attimo di esitazione.
-
Vorrei
averti qui con me. Mi vorresti fare questo regalo?-
Non risposi.
-
Ti
prego! – Mi supplicò dolcemente.
Annuii.
Mi avvicinai e
facendo leva sulle braccia mi lasciai cadere sui cuscini del grande divano
bianco.
Le gambe seguirono
obbedienti il movimento, facendo apparire quasi normale la posizione in cui mi
ritrovai.
Strusciai agitato
le mani sudate sul tessuto dei pantaloni e voltandomi verso di lei sorrisi
imbarazzato ed emozionato.
Era bellissima.
Come potevo
sentirmi così idiota?
Eppure non riuscivo
a togliermi di dosso quella sensazione di paura…e di eccitazione insieme…che mi
stritolavano lo stomaco distraendomi dal mio intento…Isabella.
Lei fece ruotare le
proprie gambe, stendendole al lato opposto, in modo da potersi avvicinare e
appoggiarsi a me.
Il tocco fu
delicato, ma ciò che provai mi sconvolse.
Finsi non fosse
accaduto nulla, ma il mio respiro mi tradiva…ed ero consapevole se ne fosse
accorta.
Ignorai quel
sorrisino buffo che vidi nascere sulla sua bocca schiusa, ma il mio corpo se ne
fregava altamente dei messaggi che gli inviavo….e cominciai a sudare.
-
Di
cosa… vogliamo parlare? – Balbettai.
Cercai di sembrare disinvolto appoggiando le
braccia sullo schienale del divano. Lei ne approfittò per avvicinarsi,
sistemandosi sulla mia spalla.
Era
vicinissima…tanto da assorbirne il respiro profumato.
Lasciai steso il
braccio dietro Isabella e feci scorrere tra i capelli l’altra mano.
Ero nervoso.
L’ansia e il
desiderio di toccarla mi divoravano.
Gemetti e lasciai
che prendesse lei l’iniziativa.
Dovevamo decidere
di fidarci l’un l’altro…
Non era così
semplice come speravo.
Mi feci forza e
rimasi immobile…in attesa.
-
Edward…
–
La sua voce appena
udibile, mi entrò dentro… vibrando corde sepolte nei luoghi bui della Paura.
Maledetta Paura…
Passione e Desiderio
si risvegliarono all’istante tenuti a freno dalla gelida mano di “colei” che mi
impediva di agire.
Subdola…irriducibile…quell’insana ospite delle mie
viscere, mi costringeva all’infermità…mi impediva di essere me stesso…mi teneva
prigioniero.
Paura.
Isabella avvicinò
la mano posandola delicatamente sul mio viso.
Un tocco
impercettibile…una sofferenza inimmaginabile …
Chiusi gli occhi
vivendo di sensazioni.
Combattute…intense.
Passione e Desiderio… sfidarono la malvagia carceriera …impossessandosi
delle mie mani…aggrappandosi l’un l’altra per raggiungere la loro
meta…Isabella.
Paura.
Lente… le sue dita
disegnarono i contorni del mio profilo, soffermandosi a lungo sulle labbra,
costringendomi a schiuderle.
Subito il soffio gelido dell’ansia le accarezzò dopo di
lei.
Paura.
Aprii gli occhi e
la vidi persa ad osservare ogni più piccola parte della superficie del mio
viso.
Alzò lo sguardo
…implorando un mio cenno…la conferma di poterlo fare.
Dalla mia bocca
uscì un lamento sofferto…
Un alito di nebbia candida e gelata lo soffocò.
Paura.
Non avevo la forza
di impedirglielo…nè la volontà.
Tutto quel che
desideravo era Isabella…soltanto lei.
Combattere…Desiderare…ritrovarmi in lei.
Paura.
Lesse quel che
cercava e in attimo la sua bocca cercò la mia.
L’avvolsi tra le braccia stringendola… e quel che rimaneva di noi riprese vita…vigore…energia.
Sulla sua lingua calda ritrovai un mare di amore
intatto …
Vi
immersi la mia Paura …cercando di soffocarla.
Era
tenace…insistente…
Per un attimo tacque…e credetti di essermene liberato.
Fu un sollievo immane.
Un peso tolto dal cuore…
Paura.
La musica e il
calore del corpo di lei diventarono tutto il mio mondo.
Respirai quella
gioia scorrendo le labbra sulla sua pelle.
Ripetendo
all’infinito il suo nome.
Isabella…Isabella,
Isabella….
Come una sorta di
litania benefica, liberava la mia anima dalle pesanti catene che la
costringevano a strisciare nel fango…
Isabella ricambiava
offrendosi completamente…arrendendosi ad ogni mia richiesta, lasciando che
attingessi da quell’amplesso di sensazioni la forza per tornare me stesso.
Subiva le mie
carezze…i miei baci, mentre le sue mani mi tiravano a sé, aggrappandosi ferma
ai miei capelli.
Passarono
minuti…uno dopo l’altro, come gocce di memorie lontane…che riaffiorano sulla
superficie del mare dei ricordi.
Le musiche ci
riportavano a luoghi e tempi passati…felici…assolati…colorati.
Ventagli di
promesse ancora da mantenere…istantanee di una normalità che ora appariva
irraggiungibile.
Quel che sentivo
…lei lo viveva.
Quel che
soffrivo…lei lo curava.
Quel che volevo…lei
lo sapeva.
Ogni tassello…
bacio dopo bacio, carezza dopo carezza …si riassestava nel disegno originario …e
nel cielo opalescente di quello splendido panorama…il Sole tornò a brillare.
Avevo vinto?
Ero libero?
Per un attimo vi
credetti….poi le nubi dell’incertezza tornarono a porre ombre in quel paradiso
ritrovato…
Bastò un solo
gesto….e l’armonia ebbe un cedimento.
La mano di Isabella
cominciò ad accarezzare in modo febbrile l’interno della mia camicia….a
sbottonare….a stringere.
Assistevo alla trasformazione
del mio angelo…in demonio.
Conoscevo quel
respiro veloce….
quelle labbra
piegate in una smorfia di sensualità e desiderio.
Quei gesti più
decisi e voluttuosi…
Voleva fare sesso.
Dio …quanto avrei
voluto soddisfare lei e rendere ancora uomo me.
Come potevo
esaudire il desiderio di una donna come lei?...come?
Il respiro mi si ruppe e cominciai ad ansimare.
Rividi noi due
l’ultima volta che eravamo stati insieme.
Scorrevo le
immagini….una punizione dolcissima.
Era avvenuto la
notte prima dell’incidente.
Avevo finalmente trovato
la casa sulla spiaggia…affacciata sull’oceano …che avevamo sempre sognato e
quella sera volevo festeggiare con lei la novità.
Candele accese in
tutta la casa…come piaceva a lei.
Musica
altissima…coinvolgente …sensuale.
Niente altro che la
nostra pelle a vestire i nostri corpi…
Ogni angolo della
casa andava bene…purchè non fosse il letto.
Avevamo fatto
l’amore per ore…in tutti i modo possibili, fino a non sentire più le gambe e le
braccia….e nemmeno il resto del corpo.
Fino a divenire una
cosa sola…
Sfiniti…soddisfatti
e felici ci eravamo addormentati sullo stesso divano dove ci trovavamo ora.
Con la differenza
che adesso…non sentivo le mie gambe nemmeno prima …di fare l’amore con lei.
Fare l’amore con
Isabella….l’amore…non solo sesso…
Paura.
Reso improvvisamente
lucido da quella realtà così schiacciante…mi ritrassi.
Cercai di fermarla
dolcemente, ma quell’indegna carogna che abitava dentro me...non era d’accordo.
Voleva la cacciassi, ma domai quell’istinto che non mi apparteneva e rimasi
padrone di me stesso.
Ragione.
Quando la mano di
Isabella si insinuò nei pantaloni la fermai.
Non era quello che
volevo…ma quello che dovevo fare.
Le afferrai
dolcemente i polsi e portando le sue mani al petto la costrinsi a guardarmi.
-
Isabella
...No! -
Non capiva. Mi
guardava affranta…colpevole.
Negli occhi la luce
dell’eccitazione.
-
Scusami
amore…ti prego..io…-
Tremava.
-
Shhhh…calmati,
va tutto bene. -
Pensava la
rifiutassi, ma non era così.
-
Non
volevo…perdonami…- un sussurro sofferto.
Portò le dita
davanti alla bocca e iniziò a piangere.
-
So
cosa volevi tesoro…e lo voglio tanto anch’io, ma non così…non adesso. Non
riuscirei a perdonarmi di non farcela. Ho bisogno di un po’ di pazienza …e di
aiuto da parte tua, ma alla fine sarò quello che vuoi…e molto di più. Quello che
conta è che siamo di nuovo insieme. –
La strinsi forte
accarezzandole i capelli e cullandola dolcemente.
-
Ho
bisogno di te amore mio…tu non sai quanto. Ho voluto chiudere gli occhi
…allontanarti…ed è stato solo un disastro. –
Continuava a
piangere in silenzio, stretta forte al mio petto, contro la pelle nuda. Sentivo
le sue lacrime scendere calde su di me e bagnarmi.
Mi baciò….piccoli
baci che assaporavano quei profumi di noi due insieme.
Calmi…delicati,
furono per me un dolce tormento.
Lasciai che mi toccasse…che
ritrovasse quel contatto che rendeva il nostro rapporto… unico…magico.
L’angelo era
tornato in lei…
La mia Paura
debellata…per il momento avevo vinto io.
Desiderio e
Passione rimanevano in attesa…invidiosi più che mai che l’Amore avesse rubato
loro la scena…
Era buffo
immaginarli come personaggi visibili...ma per me abituato a creare nella
fantasia storie e situazioni…era quasi naturale.
Avremmo provato a
fare l’amore…lo volevo più di ogni altra cosa, ma soltanto quando mi fossi
sentito pronto a farlo.
Non volevo
deluderla…e in questo modo compromettere la mia guarigione e il ritorno a
quella normalità che ci avrebbe permesso di ricominciare la nostra vita.
Non sarebbe
servito, né a lei, né a me.
Approfittai di
quell’attimo di fragilità per confessarle i miei piani.
-
Ho
pensato tanto a noi, sai? A quanto
vorrei dare una nuova possibilità ad entrambi di tornare ad essere quelli che
eravamo…o anche meglio di così. –
Mi sentivo
forte…capace.
Essere positivo
segnava definitivamente il mio cambiamento.
Sollevai il suo
viso e stringendole dolcemente il volto tra le mani la baciai.
Un bacio profondo,
tenero….intenso….libero.
Sulle sue labbra
umide di noi le sussurrai quello che desideravo da tempo.
-
Ti
amo. – e la baciai ancora..
-
Ho
bisogno di te….- non le diedi respiro.
-
Vieni
via con me Isabella…- Morsi il suo labbro inferiore tirandolo e poi
succhiandolo tra le mie.
-
Ti
voglio con me via di qui…- Ansimava…soffrendo in silenzio il tormento di chi
vive il suo sogno.
-
Solo
io e te…solo io e te…- Lo ripetevo tra un bacio e l’altro…come una
preghiera…come la richiesta di un disperato.
Si sollevò senza
staccare le labbra dalle mie e si mise cavalcioni sopra di me.
Infilò le dita tra
i miei capelli …dietro la nuca, accarezzandomi con le unghie e sollevando il
mio viso verso di lei.
Sorrise tra le
lacrime e appoggiò la fronte sulla mia.
Quello che le sue
labbra dissero…bastò a cambiarmi la vita.
-
Si…si
…si…si…Ti amo da morire Edward Cullen…-
Scoppiammo a ridere
tra le lacrime…
Era solo l’inizio…
Abbracciati stretti
dimenticammo i lunghi mesi di silenzi…
Le umiliazioni…
Il dolore….
Quell’attimo di eterno
era solo nostro…e non poteva esserci negato…non più.
Passammo la serata coccolandoci…sorseggiando
il mio vino gemello….e sgranocchiando i resti del pranzo di Alice davanti al caldo
tepore del camino.
Il Sonno ci accolse
…abbracciati stretti sul divano…mentre la Luna…bussando alla finestra…chiese lui
il permesso di vegliare sui nostri sogni…
prova
RispondiEliminaMi dispiace che il mio commento sia andato perso, maledetto pc!
RispondiEliminaQuello che volevo dire è questo:
Tra tutte le letture che seguo, la tua è quella sicuramente più elevata, ma non lo dico per pura considerazione del linguaggio o dei contenuti, dico, per esempio, che mentre leggevo sentivo musica, mentre leggevo sentivo le loro angosce appesantirmi il cuore.
E' sempre un piacere leggerti, è come una carezza.
Non mi ricordo un'emerita cippa di quello che avevo scritto nel commento andato perso, ma.... oh si!!!
Non smettere!!!
baci!
Non lo farò...non ne sono capace. Grazie davvero.
EliminaCiao Francies, è la prima volta che commento la tua storia.La trovo veramente emozionante, i caratteri dei due protagonisti sono molto complessi. Sia Edward che Isabella soffrono perchè incapaci di affrontare insieme i loro problemi.Il fatto che lui abbia allontanato tutti non ha fatto altro che peggiorare la situazione.... sono felice della svolta che hai costruito, finalmente si stanno riavvicinando.Spero che questa "vacanza" al lago riesca finalmente a farli chiarire e ritornare complici come un tempo.Sei veramente brava ad esprimere i sentimenti e le emozioni...la musica poi azzeccatissima
RispondiEliminaComplimenti
Attendo trepidante il nuovo cap
Raffaella
Ciao Raffaella. Ti ringrazio per le belle parole...fanno bene. Edward e Bella sono personaggi complessi...ma non meno di quanto lo siano molte persone reali nella nostra vita. Molte cose devono ancora accadere....con pazienza...ci arriveremo. Grazie ancora.
EliminaBrava Francies, non deludi mai le aspettative delle tue lettrici... almeno non le mie... continua così!!!
RispondiEliminaE' un piacere...grande....farlo! Grazie...
Eliminaciaooooo...storia stuppenda...cè tutto..amore,emozioni,soferenza,voglia di rincominciare a vivere.grazie mi hai emozionata tantissimo....Maria50.
RispondiEliminaGrazie a te per averlo letto...e per la pazienza dell'attesa...
EliminaGuarda ti giuro....... lo sapevo che non mi dovevo fidare di te....... sei stata troppo lontana...... e forse è stato un bene?????
RispondiEliminaNel senso.... voglio dire.... se questo è stato il risultato ..... la tanto attesa è stata soddisfatta direi.....
Ho sognato. Ho sognato tanto. Sogno sempre quando ti leggo..... un'emozione che arriva al limite tra la felicità e il dolore..... quella che arriva all'occhio lucido ma che trattiene la lacrima.
Io dico che ti sei superata..... e questa è un'intensa poesia.
Ho il cuore gonfio di gioia.... per l'amore ritrovato. Quello che trionfa..... quello che supera il dolore.....
Brava. Ti voglio bene!
Tesoro. ho appena finito di leggere la tua storia....e il limite raggiunto lacrimava...ma non dagli occhi...ahahah....Ma quanto bello è scrivere tutte e viverci le nostre storie in compagnia. Ogni tanto lo dimentico...poi torno in me...e continuo a sognare con tutte voi. Grazie amor...Bacio..ti voglio bene anch'io.
EliminaMi sono presa il tempo e lo spazio necessari a leggere questo nuovo capitolo, che non voleva davvero arrivare mai! Molto bello, molto intenso, un altro passo finalmente nella direzione giusta. La direzione della verità. Non so se l'amore davvero può superare il dolore, ma sicuramente è la via. Mi piace il coraggio che piano piano sta caratterizzando il pensiero dei protagonisti. Nelle tue risposte anticipi una strada ancora complicata. Non devo nemmeno dirti che a me piacciono molto le storie .. complesse ... quindi attendo ... le future svolte! Un abbraccio. Cri.
RispondiEliminaNon so nemmeno io se L'amore sia la strada giusta per risollevarsi da tale pena, ma so con certezza che il dolore non ha rivali per intensità e determinazione. Sono legati indissolubilmente l'un l'altro...li rispetto entrambi. Bacio.
Eliminauna lunga attesa ripagato nel migliore dei modi, bravissima come sempre!
RispondiEliminati ringrazio...il prossimo a breve...promesso!
EliminaBello, bello, veramente bello ... Due anime che devono assolutamte darsi pace a vicenda .. Ti prego ..questa volta non ci fare aspettare troppo ..Vai a scrivere .!!!!
RispondiEliminapromesso
EliminaChe teneri questi due! mi piacciono tanto tanto...problemi annessi!
RispondiElimina<3
EliminaBentornata, finalmente!
RispondiEliminaLeggerti è sempre un'emozione nuova, bellissima! Questi tuoi personaggi sono veramente complessi, completi, la storia coinvolgente! Bravissima, sono curiosa di sapere come si evolveranno queste due persone, cosa accadrà!
son curiosa anch'io...ahahha...ciao trilly
EliminaFrancies leggerti è sempre una grande emozione....come fai sentire tù i personaggi....io mi emoziono molto, vivo in un altro mondo.Il tuo modo di scrivere è intenso, profondo....bellissimo, attendo sempre con ansia i tuoi aggiornamenti!! un bacio!
RispondiEliminagrazie Stefy..bacio a te
EliminaBellissimo pezzo, parole uniche ... "Desiderio e Passione rimanevano in attesa…invidiosi più che mai che l’Amore avesse rubato loro la scena…" che altro aggiungere ... divina!! Bravissima.
RispondiEliminaQuesta storia è bellissima, veramente unica, delicata, piena di sfaccettature, complimenti...
RispondiEliminati ringrazio tanto, ci metto il cuore
EliminaCara amica mia al contrario di te non sono capace di trovare le parole per descrivere le mie emozioni..... questo Edward lo adoro, la tua lettura mi appassiona molto, lascio il commento alla fine di questo capitolo... fin ad ora uno dei più belli!!! Vai Francy sei unica!!!
RispondiEliminaEva